fbpx Oseltamivir: un'arma spuntata | Page 3 | Scienza in rete

Oseltamivir: un'arma spuntata

Read time: 1 min

In tutto il mondo si cominciano a tirare le somme della prima ondata della pandemia, per fortuna molto meno letale di quanto si temeva, e così si può affermare, senza timore di scatenare attacchi di panico collettivo, quel che già si sapeva ma non si poteva dire: effettivamente, prove che l’oseltamivir serva a tutti per ora non ce ne sono. La revisione di 20 trial, effettuata dal gruppo di Tom Jefferson, della Cochrane Collaboration italiana, e coordinata da Chris Del Mar, della Bond University, in Australia, pubblicata sul British Medical Journal e amplificata da un servizio televisivo sul britannico Channel 4, lo conferma: non è dimostrato che il farmaco, in Italia raccomandato solo ai soggetti a rischio, ma oltremanica somministrato gratuitamente a tutti, ai primi segni della malattia, riduca l’incidenza di complicazioni negli adulti precedentemente sani. «I governi di tutto il mondo hanno speso miliardi di dollari per un farmaco che la comunità scientifica si trova incapace di giudicare» ha scritto Fiona Godlee, direttore della rivista. All’incertezza delle conclusioni contribuisce anche il fatto che gli autori non hanno potuto accedere ai dati originali di otto studi condotti dall’azienda produttrice e mai pubblicati nella loro interezza.

Brit Med J 2009; 339: b5106

Autori: 
Sezioni: 
Influenza

prossimo articolo

#Malati: come i social cambiano il nostro modo di vivere la malattia

smartphone e cuori

“#Malati” (Codice Edizioni) di Cinzia Pozzi esplora come i social network abbiano trasformato il rapporto con la malattia, tra nuove comunità, rischi di esposizione e potenzialità di empowerment. Un viaggio tra algoritmi, narrazioni personali e fragilità che si fanno pubbliche, per capire come si sta male (e bene) nell’era digitale

In principio furono le scoperte scientifiche e gli avanzamenti tecnologici. Poi arrivarono i social. Che il nostro rapporto con la malattia sia profondamente cambiato nel corso dei secoli è evidente: dalla penicillina all’imaging diagnostico, dai vaccini agli interventi chirurgici, abbiamo imparato a curare malattie un tempo letali e identificare, anche in fase precoci, malattie un tempo sconosciute e invisibili.