fbpx I due complici della morte improvvisa | Scienza in rete

I due complici della morte improvvisa

Read time: 1 min

Ad armare la mano del gene responsabile di circa la metà dei casi clinici di sindrome del QT lungo, chiamato KCNQ1, è un altro gene, in sigla KCNQ1. La diversa penetranza del primo dipende infatti, almeno in parte, dalla presenza di varianti comuni dell'altro, che nelle persone normali inducono solo un lieve e ininfluente allungamento dell'intervallo QT all'elettrocardiogramma, ma che insieme ai difetti del primo fanno raddoppiare il rischio di sincope e morte improvvisa. L'effetto letale dell'associazione è stato individuato, con il sostegno di Telethon, dai ricercatori guidati da Peter Schwartz, dell'Università di Pavia, in collaborazione con un gruppo internazionale, in una popolazione preziosa per i genetisti: 500 sudafricani discendenti da un unico progenitore olandese, giunto a Cape Town nel 1690. In questa famiglia ben 205 persone presentano una mutazione a carico del gene KCNQ1, identica a quella del loro antenato. Eppure, a parità di difetto genetico, il 20-30 per cento non ha aritmie. A scatenarle sarebbe la presenza di varianti patologiche nel gene modificatore.

Circulation pubblicato online il 12 ottobre 2009 doi: 10.1161/CIRCULATIONAHA.109.879643

 

Autori: 
Sezioni: 
Genetica

prossimo articolo

La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.