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Spazzolino contro l'infarto

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E' ormai noto da tempo che la scarsa igiene orale sia direttamente collegata con il rischio di sviluppare patologie cardiache. Nonostante ciò per molto tempo è rimasto sconosciuto il legame tra i due fenomeni. A svelare il mistero ci hanno pensato i ricercatori dell'Università di Bristol. Secondo gli scienziati inglesi la causa sarebbe la presenza di un microrganismo della famiglia degli streptococchi. I risultati della ricerca sono stati presentati alla conferenza autunnale organizzata dalla Society for General Microbiology’s.

Il microrganismo in questione è quello in grado di causare le carie e le infiammazioni gengivali. Ma come può un banale organismo scatenare danni ben più gravi di una semplice carie? Il segreto sta nella loro capacità di entrare nel circolo sanguigno, tramite piccole ferite nelle gengive, e aderire alle piastrine producendo una particolare proteina (PadA) in grado di creare una vera e propria barriera protettiva. Ciò può comportare un'aggregazione piastrinica che alla lunga genera veri e propri coaguli di sangue spesso associati a ictus e infarti.

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Medicina

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Come cominciano i terremoti

faglia di terremoto

Analizzando i primi secondi delle onde P, le prime a essere registrate dai sismometri durante un terremoto, un gruppo di ricercatori ha mostrato che è possibile stimare la magnitudo del terremoto. Il loro risultato si aggiunge al lungo dibattito sulla natura deterministica dei fenomeni di rottura all’origine dei terremoti e dunque sulla loro prevedibilità e ha implicazioni per i sistemi di allerta sismica precoce.

Nell'immagine due geologi dell'USGS misurano una rottura di faglia causata dai terremoti di Ridgecrest in California nel 2019. Foto di Ben Brooks/USGS (CC0).

È possibile prevedere la magnitudo di un terremoto osservando le onde sismiche nei loro primissimi istanti? Gli scienziati dibattono da decenni intorno a questa domanda, che è centrale per la progettazione dei sistemi di allerta sismica precoce.

Uno studio pubblicato recentemente da un gruppo di sismologi dell'Università di Napoli Federico II mostra che è possibile, analizzando circa 7000 mila onde sismiche relative a 200 terremoti avvenuti in tutto il mondo con magnitudo tra 4 e 9.