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Pietro Greco per la prima prova

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Iniziano oggi gli esami di Maturità 2012, con la prova scritta di italiano. Nella tipologia B delle tracce tra cui gli studenti hanno potuto scegliere - saggio breve o articolo di giornale - l'ambito tecnico-scientifico è incentrato su "Le responsabilità della scienza e della tecnologia", partendo da una citazione di Hans Jonas, tratta da Il principio di responsabilità. Un'etica per la civiltà tecnologica (1979): «Agisci in modo che le conseguenze della tua azione siano compatibili con la permanenza di un’autentica vita umana sulla terra».
La traccia si compone, inoltre, di citazioni di Leonardo Sciascia (La scomparsa di Majorana - 1975), Primo Levi (Covare il cobra -1986), Margherita Hack (in un'intervista rilasciata a Alessandra Carletti nel 2007) e Pietro Greco, giornalista scientifico, scrittore e condirettore di Scienzainrete, che ovviamente si schernisce di tanto onore (leggi qui).

Questo il testo tratto da "Sua maestà la tecnologia. Chi ha paura della scienza?", l'articolo di Pietro Greco pubblicato su L’Unità del 7 luglio 2001, con cui i maturandi si sono cimentati per discutere di scienza e tecnologia:

«La scienza può aiutarci a costruire un futuro desiderabile. Anzi, le conoscenze scientifiche sono mattoni indispensabili per erigere questo edificio. Ma […] è d’obbligo sciogliere il nodo decisivo del valore da dare alla conoscenza. Il valore che sembra prevalere oggi è quello, pragmatico, che alla conoscenza riconosce il mercato. Un valore utilitaristico: dobbiamo cercare di conoscere quello che ci può tornare immediatamente ed economicamente utile. […] Ma, se vogliamo costruire un futuro desiderabile, anche nel campo della scienza applicata il riconoscimento del valore della conoscenza non può essere delegato al mercato. Lo ha dimostrato la recente vertenza tra le grandi multinazionali e il governo del Sud Africa sui farmaci anti-Aids […]. Il mercato non è in grado di distribuire gli “utili della conoscenza” all’80% della popolazione mondiale. Per costruire il futuro coi mattoni della scienza occorre dunque (ri)associare al valore di mercato della conoscenza altri valori: i valori dello sviluppo umano.» 

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Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

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