Cuore e polmoni seguono il ritmo della musica. Durante i crescendo o gli aumenti graduali di volume di un'opera lirica, soprattutto durante l'aria "Nessun dorma" della Turandot di Giacomo Puccini, si verifica una vasocostrizione cutanea, aumenta la frequenza cardiaca e sale la pressione arteriosa; anche l'ampiezza del respiro accompagna l'andamento della melodia. Lo ha dimostrato un ricercatore dell'Università di Pavia, che ha condotto la sua ricerca su 24 giovani di circa 25 anni, metà dei quali sono coristi esperti, mentre l'altra metà non ha particolare passione o conoscenza per la musica. «Oltre alla misurazione dei parametri cardiovascolari e respiratori» ha spiegato lo studioso italiano, «abbiamo chiesto ai partecipanti di valutare in una scala da uno a cinque il grado di emozione suscitato dalla musica e quanto era nuova o piacevole per loro». Ebbene, alle risposte misurate con l'elettrocardiogramma e gli altri strumenti non corrispondeva affatto un coinvolgimento emotivo, che in genere è risultato basso o assente. «Ora vogliamo ripetere l'esperimento su un gruppo di ultrasettantenni» promette Bernardi, «cimentandoli anche con pezzi di musica rock».
La musica nel cuore
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La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.
Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.