Un nuovo studio smentisce lo stereotipo dell’idiosincrasia delle donne per la matematica: in tutto il mondo i risultati raggiunti in questa materia dai due sessi sono sovrapponibili. Quel che cambia è soprattutto la passione per questa materia, la sicurezza di poter riuscire in questo campo e la convinzione che serva per una carriera futura. «E’ probabilmente questa mancanza di fiducia in loro stesse che porta le ragazze a scegliere meno spesso dei loro compagni studi scientifici» commenta Nicole Else-Quest, docente di psicologia alla Villanova University, che insieme ad altre due colleghe ha condotto il lavoro pubblicato sullo Psychological Bulletin dell’American Psychological Association. Le ricercatrici hanno tratto le loro conclusioni dai dati del 2003 del Trends in International Mathematics and Science Study e del Programme for International Student Assessment (PISA), che in totale riguardavano quasi 500.000 studenti tra i 14 e i 16 anni di 69 nazioni. «Ci sono enormi differenze tra un Paese e l’altro» spiega la psicologa. «Dove l’accesso alla scuola è uguale per i due sessi, le donne ricoprono ruoli di prestigio nel campo della ricerca e sono più rappresentate in Parlamento, le ragazze vanno meglio in matematica».
La matematica non è roba da maschi
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Ostacolare la scienza senza giovare agli animali: i divieti italiani alla sperimentazione
Divieto di usare gli animali per studi su xenotrapianti e sostanze d’abuso, divieto di allevare cani e primati per la sperimentazione. Sono norme aggiuntive rispetto a quanto previsto dalla Direttiva UE per la protezione degli animali usati a fini scientifici, inserite nella legge italiana ormai dieci anni fa. La recente proposta di abolizione di questi divieti, penalizzanti per la ricerca italiana, è stata ritirata dopo le proteste degli attivisti per i diritti degli animali, lasciando in sospeso un dibattito che tocca tanto l'avanzamento scientifico quanto i principi etici e che poco sembra avere a che fare con il benessere animale.
Da dieci anni, ormai, tre divieti pesano sul mondo della ricerca scientifica italiana. Divieti che non sembrano avere ragioni scientifiche, né etiche, e che la scorsa settimana avrebbero potuto essere definitivamente eliminati. Ma così non è stato: alla vigilia della votazione dell’emendamento, inserito del decreto Salva infrazioni, che ne avrebbe determinato l’abolizione, l’emendamento stesso è stato ritirato. La ragione?