fbpx Il pesce Neon usa le veneziane | Scienza in rete

Il pesce Neon usa le veneziane

Primary tabs

Read time: 1 min

E’ uno dei più comuni pesci d’acquario, forse anche per la sua particolare caratteristica striscia laterale che cambia colore dal blu al giallo. Ora un gruppo di ricercatori dell’Università di Osaka, in Giappone, hanno scoperto il modo in cui le piccole placche contenute nelle cellule riflettenti la luce cambiano colore. «Prima di tutto abbiamo costruito un microscopio che contemporaneamente potesse misurare l’angolo delle placche e individuarne il colore» spiega Shinya Yoshioka, che ha coordinato il lavoro pubblicato sul Journal of Royal Society Interface. «Abbiamo così verificato che quando la striscia del pesce cambia colore --  per esempio da blu diventa gialla per aggiunta di potassio – cambia anche l’inclinazione delle microscopiche placche». E per un cambiamento cromatico così marcato basta che le “micro veneziane” si muovano di pochissimi gradi.

Journal of Royal Society Interface, DOI: 10.1098/rsif.2010.0253

Autori: 
Sezioni: 
Zoologia

prossimo articolo

Come cominciano i terremoti

faglia di terremoto

Analizzando i primi secondi delle onde P, le prime a essere registrate dai sismometri durante un terremoto, un gruppo di ricercatori ha mostrato che è possibile stimare la magnitudo del terremoto. Il loro risultato si aggiunge al lungo dibattito sulla natura deterministica dei fenomeni di rottura all’origine dei terremoti e dunque sulla loro prevedibilità e ha implicazioni per i sistemi di allerta sismica precoce.

Nell'immagine due geologi dell'USGS misurano una rottura di faglia causata dai terremoti di Ridgecrest in California nel 2019. Foto di Ben Brooks/USGS (CC0).

È possibile prevedere la magnitudo di un terremoto osservando le onde sismiche nei loro primissimi istanti? Gli scienziati dibattono da decenni intorno a questa domanda, che è centrale per la progettazione dei sistemi di allerta sismica precoce.

Uno studio pubblicato recentemente da un gruppo di sismologi dell'Università di Napoli Federico II mostra che è possibile, analizzando circa 7000 mila onde sismiche relative a 200 terremoti avvenuti in tutto il mondo con magnitudo tra 4 e 9.