Piergiorgio Strata non ci sta. Seguito a ruota dal consiglio scientifico internazionale presieduto dal premio Nobel Torsten Wiesel ha infatti dato le dimissioni dall’European Brain Research Institute fondato nel 2002 e presieduto da Rita Levi Montalcini. Motivo? «Un’esigenza di trasparenza nella gestione dell’istituto e dei finanziamenti» ha dichiarato. Dopo il commissariamento richiesto dal centenario Premio Nobel e decretato dal prefetto di Roma con la nomina di Giuseppe Nisticò, professore ordinario di farmacologia e direttore del centro di Biotecnologie farmaceutiche dell'Università Tor Vergata di Roma, la conferma della carica di direttore scientifico al neurofisiologo di fama mondiale sarebbe avvenuta con un azzeramento di poteri. «Il conflitto era in atto da tempo» precisa Strata, «e non dipende da questioni finanziarie». L’istituto ha infatti ottenuto dal ministro Gelmini 1,5 milioni di euro l’anno per tre anni. «La questione è piuttosto di metodo nelle nomine e nella distribuzione di questi fondi: Levi-Montalcini e i suoi più stretti collaboratori si sono infatti opposti all’applicazione dei criteri meritocratici utilizzati in tutto il mondo, sacrificando inoltre il carattere internazionale che l’Istituto, fin dal suo nome, avrebbe dovuto avere».
Dimissioni all'EBRI
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2025, l’anno dei ghiacciai: tra perdita del ghiaccio e futuro dell’acqua

Dalle Alpi all’Himalaya, i ghiacciai sono in ritiro in tutto il mondo. In occasione dell’Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai, abbiamo fatto un breve viaggio tra crisi idrica e strategie di adattamento, facendoci aiutare a capire i problemi più importanti da Leonardo Stucchi, ingegnere e ricercatore al Politecnico di Milano.
In copertina: la parete nord del Monte Disgrazia, una delle principali vette della Valtellina centrale. Crediti: Gaggi Luca 76/Wikimedia Commons. Licenza: CC BY SA 3.0
Il 2025 è stato proclamato dall’UNESCO Anno Internazionale della Conservazione dei Ghiacciai; è un invito a riflettere su una delle crisi più silenziose ma devastanti del nostro tempo: il collasso della criosfera, quella estesa porzione del sistema terrestre composta da ghiacci continentali e marini. Le Alpi, cuore idrico del continente europeo, sono uno dei laboratori naturali più evidenti per osservare gli effetti del riscaldamento globale.