Gli effetti del cambiamento climatico stanno mettendo seriamente a rischio l'ecosistema dell'Oceano Pacifico, che potrebbe subire il collasso di specie coralline, così come successo già in passato. L'allarme è stato lanciato da uno studio pubblicato le scorse settimane su Science, nel quale si spiega come la crecita delle barriere coralline lungo le coste dello stretto si è interrotta per 2500 anni, a causa dell'aumento della forza e della frequenza dell'ENSO - l'oscillazione del Nino meridionale, una fluttuazione della pressione in superficie e circolazione nell'Oceano Pacifico e Indiano - circa 4000 anni fa.
Secondo gli autori - ricercatori dello Smithsonian Tropical ResearchInstitute (STRI) di Panama - questo gap nella crescita dei coralli, osservato anche in siti dell'Australia, della Costa Rica e del Giappone, coincide con un collasso degli ecosistemi del pacifico e potrebbe ripetersi in futuro relativamente ravvicinato se gli effetti del riscaldamento globale porterà alla formazione di oscillazioni più frequenti dellENSO, come stabilito dalle previsioni attuali. Un aumento della temperatura delle acque, provocata da eventi climatici come El Nino, disturbano, infatti, la relazione simbiotica tra i coralli e le microalghe che vivono al loro interno, fondamentali per garantire il nutrimento alle alghe.
“Molti degli scenari per il futuro, legati al cambiamento climatico causato da emissioni di gas serra, fanno presagire condizioni estreme simili a quelle osservate nei campioni fossili analizzati, che sembrano spiegare il crollo del sistema delle barriere coralline” - ha dichiarato Richard Aronson, uno degli autori dello studio - "Se continuiamo ad immettere biossido di carbonio in atmosfera, le conseguenze saranno disastrose non sono per questi ecosistemi, ma anche per la sostenibilità del Pianeta in generale"
Il sostentamento di circa 500 millioni di persone dipende infatti dall'ecosistema corallino, coprendo, ad esempio, la pesca e il turismo.
