fbpx Addio a Baruch Blumberg | Scienza in rete

Addio a Baruch Blumberg

Primary tabs

Read time: 2 mins

E’ morto il 5 aprile in California, all’età di 85 anni, Baruch Blumberg, che nel 1976 vinse il premio Nobel per la medicina per la scoperta del virus dell’epatite B. Al risultato lo scienziato statunitense giunse negli anni sessanta, ben prima dell’avvento delle tecniche di sequenziazione genomica, raccogliendo migliaia di campioni biologici in tutto il mondo. Fu nel corso di uno di questi viaggi che, nel sangue di un aborigeno australiano, identificò l’antigene di superficie che caratterizza il virus e che infatti venne chiamato “antigene Australia”. Inizialmente Blumberg trovò scetticismo e fu osteggiato, poiché non era considerato un esperto di epatite, tanto che gli Annals of Internal Medicine rifiutarono di pubblicarne il lavoro, poi riconosciuto e confermato da altri. Negli anni successivi Blumberg contribuì anche alla messa a punto del vaccino che, prevenendo l’infezione e quindi anche la sua cronicizzazione, ha permesso di ridurre anche l’incidenza dei tumori del fegato laddove questa vaccinazione si è diffusa.  «Probabilmente è lo scienziato che ha prevenuto il maggior numero di tumori» ha dichiarato Jonathan Chernoff, direttore scientifico del Fox Chase Cancer Center, dove Blumberg ha condotto la maggior parte dei suoi studi, prima di dedicarsi anche all’antropologia e all’astrofisica, fino a diventare direttore dell’Istituto di astrobiologia della NASA.

http://www.the-scientist.com/news/display/58106/
http://online.wsj.com/article/APa9d3b83fcdc84790bf31a5cd1d1fdd68.html

Autori: 
Sezioni: 
Nobel

prossimo articolo

Bibliometria e impact factor: riapriamo il dibattito

Megafono con riviste

In risposta al recente articolo di Gilberto Corbellini, una riflessione sull’uso delle metriche bibliometriche e sulla necessità di riaprire il dibattito sulla valutazione della ricerca.

Un numero crescente di istituzioni scientifiche sta rinunciando a strumenti come Web of Science e Scopus, le principali banche dati bibliometriche utilizzate per cercare articoli, tracciare le citazioni e valutare l’impatto della ricerca. Altre, in nome dell’Open Science, mettono in discussione i contratti con i grandi editori commerciali, come Springer ed Elsevier. Nonostante ciò, il tema delle citazioni e dell’impact factor resta centrale nella vita dei ricercatori e dei gruppi di ricerca.