Quest'anno per la prima volta si celebrerà in Italia, il 1° ottobre 2013, la Giornata Nazionale della Medicina del Lavoro. Alla manifestazione principale della Giornata, che si terrà a Roma presso il Senato della Repubblica, coordinata dalla senatrice Serenella Fucksia (XII Commissione Igiene e Sanità) e da Pietro Apostoli (Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale, SIMLII), interverranno autorità politiche e istituzionali, rappresentanti di associazioni, ricercatori e medici per fare un quadro sulla salute dei lavoratori in Italia in un quadro di crisi economica e sociale. Le malattie “nascoste” La crisi economica, la globalizzazione, l'immigrazione e, soprattutto, l'aumento della precarietà e della disoccupazione si traducono, infatti, in malattie e infortuni, le prime molto più numerose (secondo alcune stime addirittura fino a quattro volte), ma spesso non adeguatamente segnalate al sistema assicurativo. Per le malattie collegate al lavoro, infatti, esiste nel nostro Paese un importante fenomeno di mancata segnalazione, che porta a una loro considerevole sottostima. A tale riguardo, la Società Italiana di Medicina del Lavoro e Igiene industriale è impegnata da tempo nel definire i percorsi più appropriati per la diagnosi delle malattia da lavoro e per la stessa “ricerca attiva” di quelle malattie professionali che andrebbero perdute per la loro mancata individuazione. Una malattia chiamata disoccupazione Ma il fenomeno più nuovo e preoccupante è certamente l'impatto sulla salute della popolazione dovuto alla crescente disoccupazione e sottooccupazione: “Il lavoro più pericoloso è... il non lavoro. La Medicina del Lavoro ritiene che il bene primario per la società e le aziende sia la buona occupazione, che garantisce il benessere di tutti e la salute di chi lavora” dichiara il presidente SIMLII, Pietro Apostoli: “La figura del Medico del Lavoro riveste un ruolo centrale nella società e nel mondo delle imprese, come medico specialista e consulente globale del datore di lavoro, impegnato quotidianamente a prevenire e contribuire a scongiurare infortuni e malattie professionali, ancora statisticamente troppo elevati in Italia. La presenza di un medico in azienda può dare un contributo insostituibile, intervenendo sul 'fattore umano' e contribuendo a promuovere la cultura della sicurezza a tutti i livelli”. Promuovere la salute di chi lavora e la produttività delle aziende, questo l'obbiettivo di una efficace Prevenzione: il lavoro sano è un potente fattore di promozione della salute e certamente l’azienda in cui i lavoratori sono sani aumenta considerevolmente la sua produttività. Incubo burocrazia: il sistema di sicurezza del lavoro va semplificato Un buon lavoro, più sano e produttivo, ha nel medico del lavoro un promotore essenziale, a patto che lo si faccia lavorare senza l'incubo di una burocrazia che moltiplica adempimenti inutili e obblighi esclusivamente formali. La proliferazione delle norme di legge in materia di salute e sicurezza del lavoro avvenuta negli ultimi anni, se da un lato ha colmato vuoti legislativi non ulteriormente ammissibili, dall’altro ha creato un sistema di vincoli rigido, farraginoso e burocratico, più orientato alla forma che alla sostanza, a differenza di quanto avviene in altri paesi europei che vantano sistemi di prevenzione più semplici ed efficaci. E ciò vale, in particolare, per le piccole e medie imprese, che sono quelle che impiegano oggi la maggior parte dei lavoratori italiani. “Il sistema va semplificato, nel rispetto delle garanzie reali per i lavoratori” afferma ancora il presidente della SIMLII, Pietro Apostoli, “per liberare risorse che sarebbe meglio utilizzare a fini preventivi, soprattutto nelle piccole e medie imprese”. Nell'ambito dell'incontro in Senato, la SIMLII anticiperà alcune delle sue proposte volte a snellire e razionalizzare le norme contenute nel cosiddetto “Testo Unico” sulla salute e la sicurezza sul lavoro (il decreto legislativo 81/2008 e s.m.i). Verranno, inoltre, illustrate alcune proposte di modifica al sistema di aggiornamento professionale del medico del lavoro, affinché divenga più efficiente e selettivo, meglio collegato ai rischi reali e, soprattutto, più compatibile con le necessità e i bisogni delle aziende e dei lavoratori. I lavoratori assenti dall'emergenza salute dell'ILVA di Taranto La medicina del lavoro, infine, intende dare il suo importante contributo anche sul fronte della tutela della salute delle popolazioni residenti nelle vicinanze di insediamenti industriali, minata dalle contaminazioni ambientali e dall'inquinamento originato dalle vicine fabbriche, chimiche o di altra natura, utilizzando l'esperienza maturata in tanti anni nella ricerca epidemiologica e nella individuazione del corretto rapporto tra fattori di rischio professionali, esposizione negli ambienti di lavoro e di vita ed eventuali patologie conseguenti. “E' paradossale che l'emergenza ILVA di Taranto e il procedimento penale che ne è seguito abbia considerato solo la salute della popolazione e non quella dei lavoratori, che sono ovviamente molto più esposti e di cui si sa ben poco” spiega Pietro Apostoli. “Per questo in una recente audizione al Parlamento la nostra società ha proposto campagne di monitoraggio biologico degli inquinanti a Taranto e altrove, nonché la programmazione di specifici studi sulle popolazione dei lavoratori, che possono dare la giusta dimensione ai rischi ambientali”. Il Convegno si svolgerà Martedì 1° ottobre 2013 (dalle 9 alle 14), alla Sala Capitolare, presso il Chiostro del Convento di santa Maria sopra Minerva – piazza Minerva 38, Roma. Per informazioni scrivere a: [email protected]
1 Ottobre 2013: Giornata Nazionale della Medicina del Lavoro
Primary tabs
prossimo articolo
Identità rubate e referee fantasma: come le paper mills aggirano le riviste

Sempre più, nel mondo delle pubblicazioni scientifiche emergono reti organizzate che creano identità fasulle per far accettare articoli costruiti ad hoc. Furti di e-mail, profili inesistenti e revisori compiacenti permettono alle paper mills di vendere firme e pubblicazioni a ricercatori sotto pressione. E le riviste cercano di correre ai ripari con nuovi sistemi di identificazione
Se la prossima volta che inviate un articolo a una rivista scientifica vi sentirete chiedere un documento d’identità, non abbiatene a male. Le case editrici si interrogano su quale sia il miglior metodo per verificare di avere a che fare con un ricercatore o una ricercatrice reale. Nel mondo editoriale, dove tutte le interazioni avvengono per e-mail, c’è sempre maggior preoccupazione per i furti d’identità.