fbpx Tre donne oltre il tetto di cristallo | Scienza in rete

Tre donne oltre il tetto di cristallo

Primary tabs

Read time: 3 mins

Il tetto di cristallo non è stato ancora infranto. Ma è un fatto che nelle scorse settimane tre donne hanno ottenuto altrettanti posti di rilievo in istituzioni scientifiche o nelle istituzioni politiche dell’Unione Europea: Maria Leptin ha assunto la direzione dell’EMBO (European Molecular Biology Organization); mentre Máire Geoghegan-Quinn e Connie Hedegaard sono diventate Commissari designati (in attesa di conferma da parte del parlamento di Strasburgo) rispettivamente alla ricerca e all’azione sul clima.

Maria LeptinLa tedesca Maria Leptin ha assunto proprio in questi giorni la direzione dell’EMBO, l’organizzazione nata nel 1964 per favorire la cooperazione tra gli scienziati europei nel campo della biologia molecolare. Maria Leptin è, appunto, una biologa che ha diretto a lungo e con successo un gruppo di ricerca presso l’European Molecular Biology Laboratory (EMBL) di Heidelberg, in Germania. Maria Leptin, che succede a Hermann Bujard, ha dichiarato l’intenzione di continuare a promuovere la ricerca di base e/o curiosity-driven in biologia. Il modello che l’EMBO seguirà nel finanziare i progetti di biologia – ha dichiarato la biologa tedesca – sarà diverso da quello, top-down e alquanto burocratico, generalmente in uso del VII Programma Quadro e simile piuttosto a quello dell’European Research Council (ERC), fondato solo sul merito e su un merito valutato in piena autonomia dalla stessa comunità scientifica. Insomma, Maria Leptin avrà un grande ruolo nello sviluppo delle scienze biologiche in Europa.

Máire Geoghegan-QuinnL’irlandese Máire Geoghegan-Quinn è invece Commissario designato alla Ricerca e innovazione dell’Unione Europea. Non ha un passato scientifico. Ha piuttosto un passato politico, anche se tutto interno alla Repubblica d’Irlanda. Non sappiamo, dunque, come si muove nell’ambito della ricerca. Sappiamo, però, qual è il mandato che le ha affidato il Presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso: preparare il prossimo Programma Quadro (F8) che partirà fra quattro anni (nel 2014), aumentare l’efficienza con cui l’Unione aiuta lo sviluppo della ricerca scientifica europea. Sappiamo, infine, che deve raccogliere una sfida molto importante. L’Unione Europea non ha centrato né l’obiettivo che si è data nel 2002 a Barcellona (aumentare gli investimenti in ricerca fino ad almeno il 3% del Pil), né l’obiettivo che si è data nel 2000 a Lisbona (diventare leader mondiale nell’economia della conoscenza). Al contrario, l’Europa fatica a tenere il passo delle aree più dinamiche dell’America e dell’Asia. Ormai i suoi investimenti in ricerca, che ammontano ad appena l’1,69% del Pil, sono inferiori alla media mondiale (1,97% del Pil globale, secondo i dati del R&D Magazine). Compito di Máire Geoghegan-Quinn è quello di aiutare a riportare l’Europa almeno al passo col resto del mondo nella capacità di ricerca e di innovazione.

Connie HedegaardIl Commissario designato alle azioni per contrastare i cambiamenti climatici è la danese Connie Hedegaard, una donna molto conosciuta, che già in aprile era stata inserita da Time tra le 100 figure femminili più influenti del mondo. La sua capacità politica e la sua determinazione sono note. La sua conoscenza delle problematiche legate al clima, anche. Ma la sfida che le viene proposta non è meno difficile: dovrà far sì che l’Europa resti la locomotiva del treno mondiale per la lotta ai cambiamenti climatici (una locomotiva capace di ricerca e innovazione, fra l’altro), ma dovrà anche fare in modo che il resto del convoglio la segua e a passo spedito. Non sarà facile.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Biodiversità urbana: com'è cambiata e come proteggerla

Anche le metropoli possono essere ambienti ricchi di specie: secondo un recente studio sono ben 51 le specie di mammiferi che vivono a Roma, alcune di esse sono specie rare e protette. Nel corso degli ultimi due secoli, però, molte specie sono scomparse, in particolare quelle legate alle zone umide, stagni, laghetti e paludi, habitat importantissimi per la biodiversità e altamente minacciati.

Nella foto: Parco degli Acquedotti, Roma. Crediti: Maurizio.sap5/Wikimedia Commons. Licenza: CC 4.0 DEED

Circa la metà della popolazione mondiale, vale a dire ben 4 miliardi di persone, oggi vive nelle città, un fenomeno che è andato via via intensificandosi nell’epoca moderna: nell’Unione Europea, per esempio, dal 1961 al 2018 c’è stato un costante abbandono delle zone rurali e una crescita dei cittadini, che oggi sono circa i