Il tetto di cristallo non è stato ancora infranto. Ma è un fatto che nelle scorse settimane tre donne hanno ottenuto altrettanti posti di rilievo in istituzioni scientifiche o nelle istituzioni politiche dell’Unione Europea: Maria Leptin ha assunto la direzione dell’EMBO (European Molecular Biology Organization); mentre Máire Geoghegan-Quinn e Connie Hedegaard sono diventate Commissari designati (in attesa di conferma da parte del parlamento di Strasburgo) rispettivamente alla ricerca e all’azione sul clima.
La tedesca Maria Leptin
ha assunto proprio in questi giorni la direzione dell’EMBO, l’organizzazione
nata nel 1964 per favorire la cooperazione tra gli scienziati europei nel campo
della biologia molecolare. Maria Leptin è, appunto, una biologa che ha diretto
a lungo e con successo un gruppo di ricerca presso l’European Molecular Biology
Laboratory (EMBL) di Heidelberg, in Germania. Maria Leptin, che succede a
Hermann Bujard, ha dichiarato l’intenzione di continuare a promuovere la
ricerca di base e/o curiosity-driven in biologia. Il modello che l’EMBO seguirà
nel finanziare i progetti di biologia – ha dichiarato la biologa tedesca – sarà
diverso da quello, top-down e alquanto
burocratico, generalmente in uso del VII Programma Quadro e simile piuttosto a
quello dell’European Research Council (ERC), fondato solo sul merito e su un
merito valutato in piena autonomia dalla stessa comunità scientifica. Insomma,
Maria Leptin avrà un grande ruolo nello sviluppo delle scienze biologiche in
Europa.
L’irlandese
Máire Geoghegan-Quinn è invece Commissario designato alla Ricerca e innovazione
dell’Unione Europea. Non ha un passato scientifico. Ha piuttosto un passato
politico, anche se tutto interno alla Repubblica d’Irlanda. Non sappiamo,
dunque, come si muove nell’ambito della ricerca. Sappiamo, però, qual è il
mandato che le ha affidato il Presidente della Commissione Europea, José Manuel
Barroso: preparare il prossimo Programma Quadro (F8) che partirà fra quattro
anni (nel 2014), aumentare l’efficienza con cui l’Unione aiuta lo sviluppo
della ricerca scientifica europea. Sappiamo, infine, che deve raccogliere una
sfida molto importante. L’Unione Europea non ha centrato né l’obiettivo che si
è data nel 2002 a
Barcellona (aumentare gli investimenti in ricerca fino ad almeno il 3% del
Pil), né l’obiettivo che si è data nel 2000 a Lisbona (diventare leader mondiale
nell’economia della conoscenza). Al contrario, l’Europa fatica a tenere il
passo delle aree più dinamiche dell’America e dell’Asia. Ormai i suoi
investimenti in ricerca, che ammontano ad appena l’1,69% del Pil, sono
inferiori alla media mondiale (1,97% del Pil globale, secondo i dati del
R&D Magazine). Compito di Máire Geoghegan-Quinn è quello di aiutare a
riportare l’Europa almeno al passo col resto del mondo nella capacità di
ricerca e di innovazione.
Il
Commissario designato alle azioni per contrastare i cambiamenti climatici è la danese Connie Hedegaard,
una donna molto conosciuta, che già in aprile era stata inserita da Time tra le 100 figure femminili più
influenti del mondo. La sua capacità politica e la sua determinazione sono
note. La sua conoscenza delle problematiche legate al clima, anche. Ma la sfida
che le viene proposta non è meno difficile: dovrà far sì che l’Europa resti la
locomotiva del treno mondiale per la lotta ai cambiamenti climatici (una
locomotiva capace di ricerca e innovazione, fra l’altro), ma dovrà anche fare
in modo che il resto del convoglio la segua e a passo spedito. Non sarà facile.