fbpx Il premio Abel a John Tate e alle sue curve ellittiche | Scienza in rete

Il premio Abel a John Tate e alle sue curve ellittiche

Primary tabs

Read time: 4 mins

Il premio Abel, conferito ogni anno dall’Accademia Norvegese delle Scienze e delle Lettere per “straordinaria e profonda influenza nelle scienze matematiche” e di solito indicato dalla stampa come “Nobel della matematica”, quest’anno è andato a John T. Tate, della Austin University, per i suoi studi nel campo della teoria dei numeri. La premiazione si terrà a Oslo il 25 maggio.

Nato a Minneapolis, USA, nel 1925, Tate è stato allievo a  Princeton del grande matematico Emil Artin. E' stato professore a Harvard e poi ad Austin, in Texas, dove tuttora è Professore Emerito. Pochi anni fa fu insignito del premio Wolf, condiviso con Mikio Sato, pure di primaria importanza.
Tra i matematici straordinari del nostro tempo, Tate è particolarmente peculiare anche per l'atteggiamento professionale: in primo luogo, è sempre stato assolutamente anticipatore, spesso studiando questioni il cui impatto è emerso solo decenni più tardi. Inoltre, benché disponibilissimo al colloquio e alla diffusione scientifica, non ha mai ostentato le proprie conquiste; anzi, spesso sono stati gli amici-colleghi più vicini a doverlo spingere a pubblicare; o a voler loro stessi farsi carico di riprodurre queste idee in libri o articoli, ché altrimenti  la comunità matematica ne avrebbe perduto il prezioso accesso. In ciò Tate ricorda Fermat, il leggendario giudice-matematico del XVII secolo. In questo atteggiamento si riconosce non il disinteresse per i colleghi, ma la passione e l'eleganza intellettuale di chi gioisce delle scoperte scientifiche per la loro bellezza, a prescindere dai riconoscimenti che ne possono derivare.

E questa sobrietà e “aristocrazia” di pensiero traspaiono chiaramente dalla matematica di Tate, come ognuno che voglia accostarvisi saprà riconoscere (cogliamo qui l'occasione per segnalare  ad esempio le bellissime lezioni di carattere elementare  che formarono l'oggetto delle Philips Lectures, poi ampliate nel  volume "Rational points on Elliptic Curves" (1992)  scritto con J. Silverman ed edito da Springer-Verlag).

Sarebbe impossibile, in questa sede, descrivere anche solo in minimo dettaglio le numerose conquiste matematiche di Tate. I suoi lavori, per far riferimento a qualcosa che può essere noto anche al grande pubblico, hanno aiutato Andrew Wiles, nel 1995, a vincere una delle sfide matematiche più celebri, la dimostrazione dell’ultimo Teorema di Fermat. Utili a questo scopo si sono infatti rivelate le ricerche di Tate sull'aritmetica delle curve ellittiche (curve definite da equazioni cubiche, che storicamente si presentarono nel calcolo del perimetro di un ellisse).

Sulla produzione matematica generale di Tate, ci limiteremo necessariamente solo ad alcune allusioni. La sua ricerca  si è svolta soprattutto in Algebra, Teoria dei Numeri, Geometria, ma con un'ampia apertura culturale verso altri campi. Esordì con la tesi di Dottorato, divenuta presto celebre, in cui la teoria delle 'funzioni zeta' (coinvolte nell’ipotesi di Riemann, considerato da molti come il più importante problema aperto della matematica) veniva sviluppata nel linguaggio allora nuovo degli 'ideli' di Chevalley. Nella tesi, che realizzò l'aspirazione del maestro Artin, emergevano importanti analogie con principi di carattere geometrico. Tate sviluppò successivamente, in ambito cosmologico, la fondamentale Teoria dei Campi di Classe, costruita a  partire da Gauss con il contributo di alcuni tra i massimi matematici di tutti i tempi. Rilesse e applicò alla luce della moderna K-teoria idee che risalivano a Gauss.

Compì fondamentali ricerche sulle curve ellittiche: analizzò il principio locale-globale, introducendo il "gruppo di Tate-Shafarevic";  studiò i gruppi formali e,  con la "curva di Tate",   riprodusse sui campi p-adici la teoria  sviluppata sui numeri complessi nel secolo precedente. Questo ebbe straordinarie applicazioni, ad esempio con studi di J-P. Serre, e con la creazione da parte dello stesso Tate della "geometria analitica rigida".

Introdusse i "moduli di Tate"  per le varietà abeliane, dimostrandone proprietà fondamentali nel caso dei campi finiti, e congetturando i rispettivi analoghi per i campi di numeri. Ciò costituì indispensabile base e motivazione per ricerche che culminarono nella soluzione (da parte di G. Faltings) di alcune tra queste congetture assieme alla "congettura di Mordell".

Potremmo continuare, anche commentando  la ricaduta delle ricerche di Tate;  ci dobbiamo però fermare, e lo facciamo citando i "gruppi di Barsotti-Tate". Essi portano anche il nome dell'eminente Geometra  italiano Iacopo Barsotti,  scomparso alcuni anni orsono, accomunato a Tate dallo spirito pionieristico e che aveva indipendentemente affrontato lo studio dello stesso soggetto.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Le cause del dilagare dei pensieri suicidi in adolescenza

Analizzando le risposte di un campione di oltre 4.000 studenti italiani, una ricerca del gruppo MUSA del CNR ha evidenziato l’importanza del deterioramento delle relazioni umane nella nascita di pensieri suicidi in adolescenza. È un risultato che conferma quanto suggerito da altri studi ed evidenzia l’urgente bisogno di interventi mirati e contestualizzati, e anche il ruolo centrale e cruciale della scuola nel sostegno del benessere relazionale giovanile.

Crediti immagine: Andreea Popa/Unsplash

Negli ultimi anni la ricerca scientifica ha iniziato ad approfondire l’analisi delle ideazioni suicidarie, anche a causa del loro dilagare. Questi pensieri, diversamente dal suicidio, costituiscono un oggetto di studio su cui è possibile raccogliere dati direttamente dai soggetti coinvolti nel problema. Uno studio su un campione di oltre 4.000 studenti e studentesse delle scuole superiori svolto dal gruppo MUSA del CNR sottolinea l’importanza del deterioramento delle relazioni umane nella nascita di pensieri suicidi in adolescenza.