fbpx Trieste Next 2018, ai confini tra biologia e biotecnologia | Scienza in rete

Trieste Next 2018, ai confini tra biologia e biotecnologia

Primary tabs

Read time: 3 mins

Il municipio di Trieste in Piazza Unità d'Italia, centro del festival Trieste Next 2018. Crediti: MrPanyGoff/Wikimedia Commons. Licenza: Creative Commons Attribution Share-Alike 3.0 Unported

La tecnologia è ormai entrata nelle nostre vite in una varietà di forme, influenzando la ricerca scientifica e la medicina, suggerendo nuovi sistemi di sicurezza, strategie di modificazione del clima, prestandosi alla salvaguardia dell'ambiente. E facendo sorgere una quantità di domande sui limiti, sui rischi, sul futuro di quest'influenza. Come modificheranno i robot il mondo del lavoro? E dove ci sta portando l'intelligenza artificiale? Può il digitale conciliare una maggior efficienza con la salvaguardia dell'ambiente e le esigenza della persona? Proprio a questo rapporto tra naturale e artificiale, umano e robot è dedicato Trieste Next 2018, la grande manifestazione di divulgazione scientifica che si terrà nel capoluogo friulano dal 28 al 30 settembre. L'evento di quest'anno, giunto alla sua settima edizione, è infatti intitolato "NatureTECH: il sottile confine fra biologico e biotecnologico".

"In un certo senso, la natura è il grande nemico contro cui l'uomo si è sempre scontrato per sopravvivere; la nostra storia evolutiva è una storia di controllo della natura", commenta Mauro Giacca, direttore dell'International Centre for Genetic Engineering and Biotechnology (ICGEB) di Trieste, uno degli enti promotori del festival. "Il problema che si pone però è: fino a che punto possiamo esercitare questo controllo? Trieste Next è dedicata anche a chi vorrebbe capire dove mettere il confine tra quello che è possibile e quello che non è possibile fare, non per incapacità tecnica ma per ragionata e consapevole scelta etica".

"Il paradigma di NatureTECH è multidisciplinare e quindi è di casa a Trieste Next, che da sempre si occupa di tematiche trasversali, multi- e interdisciplinari", aggiunge Maurizio Fermeglia, rettore dell'Università di Trieste. "La sfida sarà riuscire a gestire queste innovazioni scientifiche e tecnologiche integrandole con l'evoluzione culturale e sociale associata".

Ampio spazio di Trieste Next 2018 è poi dedicato alle fake news, un problema che, pur non riguardando solo le innovazioni più recenti (si pensi alle molte false credenze che sono state tirate in ballo nel dibattito sui vaccini, cui è dedicato un incontro che prevede la presenza di Roberto Burioni), rappresenta un ostacolo particolarmente insidioso quando si parla di materie complesse e delicate come le novità scientifiche.

Ancora, il festival vuole favorire il dialogo tra due mondi, quello della ricerca scientifica e quello dell'impresa, la cui sinergia è fondamentale per mantenere la competitività del paese. Inoltre, grazie alla partecipazione dell'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC), che porterà molti dei suoi ricercatori di punta, è anche l'occasione di mostrare il ruolo sociale della scienza. "Parliamo da sempre con i cittadini per spiegare come funziona e a cosa serve la ricerca sul cancro", spiega in conferenza stampa Niccolò Contucci, direttore generale di AIRC. "Attraverso format divulgativi per scuole e famiglie, vogliamo far vedere come funziona la ricerca scientifica e promuovere la cultura della prevenzione".

I numerosi eventi del festival, che quest'anno ha tra i partner del festival anche la Commissione europea e che gode del patrocinio dello European Research Council, comprendono conferenze, dibattiti, seminari e laboratori, sono raccolti nel programma completo disponibile online. Insieme, rappresentano non solo un momento di divulgazione, ma anche e soprattutto di incontro e confronto tra i cittadini, le istituzioni scientifiche e i ricercatori. Un'occasione, insomma, di partecipazione allo straordinario fermento scientifico che investe le nostre vite.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

L’allenamento musicale migliora la lettura di testi scritti

spartito

Uno studio pubblicato su NeuroImage Reports mostra che i musicisti attivano il cervello in modo diverso dai non musicisti durante la lettura, con un coinvolgimento bilaterale del giro occipitale medio. L'educazione musicale sembra migliorare le abilità di lettura e potrebbe proteggere da disturbi come la dislessia.

Immagine Pixabay

I musicisti leggono usando il cervello in modo diverso dalle altre persone. È il risultato di un recente studio uscito su NeuroImage Reports firmato da Alice Mado Proverbio e di Elham Sanoubari dell’Università Milano-Bicocca. Una delle principali conclusioni è la notevole differenza nell'attivazione cerebrale tra musicisti e non musicisti nel giro occipitale medio (MOG) durante la lettura di testi.