Due anni fa risultati presentati a uno dei maggiori
congressi mondiali sulla infezione con HIV avevano sollevato un enorme
interesse: un neonato diagnosticato infetto con HIV alla nascita, il cosiddetto
“Mississippi baby”, era stato trattato subito dopo la nascita con una potente
combinazione di farmaci che avevano portato ad una apparente guarigione. Dopo 3
anni nei quali il virus HIV era completamente scomparso dal sangue i
ricercatori avevano sospeso la terapia e annunciavano di avere per la prima
volta guarito un paziente infetto.
La
ricomparsa di HIV nel sangue pochi mesi dopo la sospensione della terapia,
tuttavia, dimostrava che “Mississippi baby” non era guarito.
Uno studio italiano apparso la scorsa settimana su The
Lancet aggiunge altri particolari che evidenziano come la cura dalla
infezione da HIV sia un obiettivo tuttora illusorio. In questo caso il virus
era completamente sparito e si era verificata la scomparsa degli anticorpi (ossia il paziente era diventato
sieronegativo) dal sangue di un neonato infetto trattato alla nascita.
Anche in
questo bambino, il “Milano baby”, HIV ricompariva però poche settimane dopo la
interruzione della terapia. In questo bambino, tuttavia, approfonditi esami
immunologici condotti quando la infezione era apparentemente risolta
dimostravano come da qualche parte, in qualche cellula nascosta, HIV
continuasse ad albergare, pronto a aggredire di nuovo quando la terapia fosse
cessata.
Il virus, dunque, lascia tracce indelebili sul sistema immune, tracce
che sono visibili anche quando esso è apparentemente scomparso (le orme
lasciate sul cemento bagnato restano indelebili anni dopo che il responsabile
se ne è andato).
L’HIV è estremamente subdolo e pressoché impossibile da
sconfiggere perché nel giro di pochi minuti dalla infezione primaria il virus
esce dal sangue e si nasconde in tessuti e in cellule dove resta in forma
silente e dove non può essere raggiunto dai farmaci.
L’HIV, inoltre, integra il suo genoma in
quello della cellula ospite, un altro efficacissimo meccanismo che gli permette
di diventare invisibile alla terapia. I farmaci, infatti, sono assai efficaci
su HIV che si replica, ma non vedono e non colpiscono le forme virali “resting”
che si nascondono nei “reservoires” pronti a riattivarsi appena cessa la pressione
esercitata dai farmaci. Questi dati, dunque, confermano una volta di più come
non esistano cure del tutto risolutive per la infezione da HIV: il virus può
essere controllato con la terapia, ma non può essere eradicato.
Abbiamo nelle nostre mani una terapia, ma la guarigione è un obiettivo attualmente irraggiungibile. Irraggiungibile è anche la possibilità di prevenire l’infezione con un vaccino. Ma questa è un’altra storia.