fbpx Natura immaginata, la scienza e la sua rappresentazione | Scienza in Rete

Natura immaginata al Darwin Day di Milano

Primary tabs

Tempo di lettura: 2 mins

Studio botanico di Leonardo Da Vinci. Crediti: Wikimedia Commons. Licenza: pubblico dominio

La rappresentazione del mondo naturale e il suo studio scientifico hanno un rapporto di lunga data, che resta vivo e attivo nel corso dei secoli: dai bestiari medievali con la loro funzione didattica, attraverso i dipinti di Albechrt Dürer fino alle fotografie di National Geographic e alle ricostruzioni grafiche della NASA, l'evoluzione della ricerca è andata di pari passo con le nuove tecnologie che permettono di vedere ciò che sfugge all'occhio umano. È proprio il legame tra scienza e immagini il tema che verrà indagato dall'edizione 2019 del Darwin Day di Milano, che si terrà al Museo di Storia Naturale il 12 e il 13 di febbraio e che Scienza in rete seguirà in diretta.

Per capire come sia cambiata la rappresentazione della natura nel corso dei secoli e come la tecnologia aiuti a vedere ciò che rimane invisibile ai sensi, "Natura immaginata. Comprendere il mondo naturale attraverso le immagini" riallaccia i fili di questo rapporto secolare, cogliendo l'occasione di celebrare il cinquecentesimo anniversario della morte di Leonardo Da Vinci, osservatore attento e minuzioso della natura e delle sue leggi, come testimoniano i suoi numeri disegni e dipinti, nonché le annotazioni che ci sono rimaste. Oltre alla figura di Leonardo, si parlerà di altre figure che, attraverso le immagini, hanno cambiato il nostro modo di pensare il mondo naturale, come il naturalista ed esploratore Alexander von Humboldt, che ha ispirato Charles Darwin e Ernst Haeckel. Si arriverà poi al tempo della fotografia che, da Darwin in poi, è diventata compagna inseparabile dell'illustrazione scientifica e che è oggi affiancata dalle tecnologie più recenti, dai raggi X per lo studio delle scienza della Terra all'imaging per lo studio dei fossili. Otre a conferenze e dibattiti, il Darwin Day 2019 prevede anche attività ludo-didattiche e un science show organizzate dall'Associazione Didattica Museale (a prenotazione obbligatoria. Qui potete trovare il programma completo)

Il 12 febbraio, alle 21.00, sarà ricordata in un evento speciale anche la figura di Luigi Cavalli Sforza, il genetista genovese scomparso a settembre 2018. All'evento parteciperanno il figlio Francesco Cavalli Sforza e Telmo Pievani, filosofo della scienza ed evoluzionista dell'Università di Padova, di cui vi proponiamo due interviste condotte da Giuseppe Nucera.

Telmo Pievani, filosofo della scienza che con Luigi Luca Cavalli-Sforza ha realizzato la mostra e il catalogo "Homo Sapiens", ricorda il genetista italiano per le innovazioni e il suo costante impegno nella comunicazione scientifica.

 

Telmo Pievani ci parla di come il genetista italiano ponesse sempre molta importanza alle domande di ricerca alla base del suo lavoro, così come alla comunicazione e alle collaborazioni tra le diverse discipline nel tentativo di trovare le risposte.

 


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Rileggere Feyerabend: sfide ai dogmi della metodologia scientifica

Ritratto di Feyerabend

Ricorre quest’anno il centenario della nascita di Paul Feyerabend, filosofo della scienza, noto in particolare per il saggio Contro il metodo. Abbozzo di una teoria anarchica della conoscenza, di cui il 16 aprile è in uscita una nuova edizione per Feltrinelli, a cura di Luca Guzzardi. Gli abbiamo chiesto di aiutarci a contestualizzare la visione di Feyerabend, che con il motto "tutto va bene" sottopone a una serrata critica i cinquant’anni di filosofia della scienza a lui precedenti, a partire da Karl Popper. Non una posizione “contro la ragione”, ma un monito a vigilare su qualsiasi concezione e metodo che voglia, magari subdolamente, prendere il sopravvento, e un invito a non lasciarsi governare dai loro cantori.

Crediti immagine: Grazia Borrini-Feyerabend, Wikimedia Commons

Se c’è un’età dell’oro della filosofia della scienza, è forse la prima metà del Novecento. Mach, Poincaré, Duhem avevano impostato i temi portanti: gli ingredienti fondamentali delle teorie scientifiche e il ruolo dell’esperienza e dell’esperimento, la funzione delle ipotesi e degli errori, l’avanzamento della conoscenza e il cambiamento concettuale.