fbpx Le quattro stagioni col cambiamento climatico | Scienza in rete

Le "Quattro Stagioni" col cambiamento climatico

--
Tempo di lettura: 1 min

Come suonerebbero le Quattro Stagioni di Antonio Vivaldi, scritte negli anni Venti del 1700, se fossero state composte oggi, con il clima variato? Lo abbiamo chiesto a Simone Candotto, primo trombonista per la NDR Elbphilarmonie Orchester, che ha arrangiato il brano Four Seasons by Data per la propria orchestra e da cui sono nati anche altri progetti, come le Uncertain Four Seasons (si veda qui un'esecuzione).

 

Four Seasons by Data verrà eseguito il 20 aprile a Milano all'Auditorium in Largo Mahler con l'Orchestra Sinfonica di Milano diretta da Ruben Jais e la partecipazione di Luca Mercalli.

AGGIORNAMENTO: Diversamente da quanto scritto inizialmente nel programma, il 20 aprile è stata eseguita una delle versioni delle Uncertain Four Seasons, composta per Milano, così com'è stato esposto durante l'evento.

 

Intervista e montaggio: Jacopo Mengarelli. Fonte audio: Quattro stagioni (canale Federico Sassi) eseguite dalla London Symphony Orchestra
Articoli correlati

Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Cosa sanno davvero le neuroscienze su sesso, genere e identità?

cervello con elementi grafici

Uno studio pubblicato su Behavioral Sciences mette in discussione l’idea di un cervello rigidamente “maschile” o “femminile”, proponendo una lettura basata sulla complessità delle reti neurali: le differenze legate al sesso biologico, spiega l'autore, esistono ma si sovrappongono ampiamente, mentre il genere lascia tracce più diffuse, legate a emozioni e cognizione sociale. L’identità emerge così come il risultato dinamico di biologia, esperienza e contesto culturale.

Un anno fa, su queste pagine, si raccontava di uno studio che aveva fatto molto discutere: in quasi cinquemila preadolescenti, sesso biologico e genere sembravano lasciare “impronte” in reti neurali in parte diverse, suggerendo che ciò che chiamiamo sesso e ciò che chiamiamo genere non coincidono neppure nel cervello.