fbpx L’anno della luce è sempre più vicino | Scienza in rete

L’anno della luce è sempre più vicino

Primary tabs

Tempo di lettura: 3 mins

Anno 1015: lo studioso persiano Ibn al-Haytham compie i primi studi sistematici sull’ottica, dando di fatto inizio a questa disciplina scientifica. Anno 1915: Albert Einstein pubblica la teoria della relatività generale, il cui germe iniziale fu proprio una riflessione del fisico tedesco sulla velocità della luce. Anno 1965: il cinese Charles K. Cao compie le prime ricerche sulla trasmissione della luce attraverso fibre ottiche.

Non poteva esserci quindi data più appropriata del prossimo anno, il 2015, per dedicare proprio alla luce l’istituzione dell’Anno Internazionale. E infatti è quello che è stato fatto: la 68ª sessione dell’Assemblea Generale dell’ONU ha decretato il 2015 come l’Anno Internazionale della Luce e delle Tecnologie Basate sulla Luce (International Year of Light and Light-Based Technologies 2015, in breve IYL 2015).
“La luce è fondamentale per la vita sul nostro pianeta attraverso la fotosintesi, ci permette di vedere indietro nel tempo fin quasi alle origini del cosmo, ci aiuta a comunicare con gli altri esseri senzienti qui sulla Terra e forse può permetterci di dialogare con quelli che potremmo trovare nello spazio”, ha dichiarato John Mather, astrofisico in forze al Goddard Space Flight Center della NASA e premio Nobel per la Fisica nel 2006. “L’ottica, insieme alle tecnologie fotoniche sviluppate per l’esplorazione spaziale, ci regala importanti ricadute in oggetti e strumenti che popolano la nostra quotidianità”.

A coordinare e gestire il Segretariato generale dell’Anno Internazionale della Luce sarà un istituto italiano, l’ICTP (International Centre for Theoretical Physics). Guiderà il coordinamento Joseph Niemela, a capo del gruppo di fisica applicata presso l’istituto triestino.
L’Anno Internazionale della Luce, che vede coinvolte 35 nazioni, mobiliterà istituzioni scientifiche ed educative, piattaforme tecnologiche e organizzazioni no-profit in tutto il mondo. Lo scopo? Promuovere la consapevolezza che le tecnologie basate sulla luce giocano un ruolo cruciale nella società moderna. L’ONU riconosce che la fotonica, e le sue applicazioni, avranno un impatto sempre più centrale nella strada verso uno sviluppo sostenibile negli àmbiti più disparati, dall’energia all’agricoltura, dalla salute all’educazione.
Pensiamo per esempio all’illuminazione dei centri urbani: una tecnologia più efficiente non rappresenterebbe solamente un progresso scientifico, ma una strada verso una maggiore sostenibilità economica (dato che la luce rappresenta il 20% del consumo elettrico mondiale) e anche ambientale (perché diminuirebbe la piaga dell’inquinamento luminoso). Altri esempi? Pensiamo al possibile contributo del fotovoltaico nel risolvere il problema del consumo energetico, o alle questioni sociali e politiche legate alla connessione globale basata su fibra ottica.

In questo senso, IYL 2015 mostrerà anche interessanti aspetti educativi legati alla formazione di una cittadinanza scientifica consapevole.
Insomma, la scienza sarà la vera e propria colonna portante di IYL 2015. E qui la parola “scienza” assume il suo significato più ampio: l’Anno Internazionale della Luce, infatti, non sarà soltanto un’occasione di divulgazione della fotonica ma porrà grande enfasi sulle sue profonde implicazioni sociali.
E non solo: IYL 2015 sarà anche un’occasione per mostrare alla sfera del policy making le opportunità economiche legate a eventuali investimenti in questo settore tecnologico. Questo tema è particolarmente rilevante se pensiamo che il mercato della tecnologia basata su fotonica ammonta a 300 miliardi di dollari annui su scala mondiale, che secondo le previsioni sono destinati a raddoppiare entro il 2020.

Astronomia, medicina, energetica, ingegneria... Sono tante le discipline che fanno un uso sempre più cospicuo della luce. E molte sono le ricadute tecnologiche di queste discipline nella nostra vita quotidiana e nel nostro stile di vita. Per aiutarci a prenderne coscienza, non resta che aspettare il 2015.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Naomi Oreskes: «Ho mostrato come la scienza viene manipolata. E ora spiego perché»

Naomi Oreskes al Convegno Nazionale di Comunicazione della Scienza della SISSA di Trieste

La storica della scienza Naomi Oreskes è stata protagonista della giornata conclusiva del Convegno Nazionale di Comunicazione della Scienza tenuto alla SISSA di Trieste. La docente di Harvard scava alle radici del fondamentalismo economico, mettendo a nudo le fallacie di un’ideologia che vuole abolire il più possibile le regole per lasciare mano libera al mercato. E mostra le deliberate strategie con cui è stata diffusa. Un’ideologia che odia lo Stato, nel culto della libertà dell’individuo e dell’impresa, ma vede anche nella scienza un’avversaria, perché è proprio la scienza che dimostra i gravi danni provocati da un mercato privo di regole.

Nell’Aula Magna della SISSA c’è molta aspettativa, e si sente. Naomi Oreskes, invitata a parlare nella giornata conclusiva del Convegno Nazionale di Comunicazione della Scienza, tenuto alla SISSA di Trieste dal 2 al 5 dicembre, presenterà il suo ultimo saggio The Big Myth – How American Business Taught Us to Loathe Government and Love the Free Market (presto in libreria anche in traduzione italiana).