Alle 7.31 - ora italiana - la sonda della NASA Curiosity si è posata sul suolo di Marte, dopo un viaggio di otto mesi e più di 560 milioni di chilometri percorsi. Ci sono voluti 7 minuti di manovra per rallentare dai 21.000 chilometri orari di velocità fino a poggiare sulla superficie marziana, centrando il punto più interessante per poter cercare tracce di fossili, il Crater Gale. Da qui, il rover ha già iniziato a inviare le prime immagini con la strumentazione fotografica in dotazione.
Il robot della NASA - frutto di un'investimento di oltre 2,5 miliardi di dollari, per un programma destinato a durare due anni - ha portato con sè un equipaggiamento ad alta innovazione tecnologica, che va oltre la semplice acquisizione immagini. Ne abbiamo parlato con Luciano Anselmo, ricercatore presso il Laboratorio di Dinamica del Volo Spaziale dell'ISTI-CNR di Pisa.
Curiosity, un laboratorio su Marte
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È nata la nuova Collana editoriale Scienziati in affanno?, di CNR Edizioni, curata da tre ricercatrici che si occupano di tematiche ambientali e problematiche di scienza, politica e società: Alba L’Astorina, Cristina Mangia e Alessandra Pugnetti. Qui la recensione del primo volume, Scienza, politica e società: l’approccio post-normale in teoria e nelle pratiche.
Crediti immagine: Dunk/Flickr. Licenza: CC BY-NC 2.0
Ci sono situazioni scomode che non si vogliono o non si possono vedere, problemi ridotti al mero aspetto tecnico, temi difficili da affrontare: c’è un elefante nella stanza. Per un’esposizione del 2006 a Los Angeles, l’artista Banksy installava in una stanza un imponente elefante dipinto in oro e rosso con lo stesso motivo della tappezzeria per richiamare l’attenzione sulla povertà nel mondo, evidentissima e ignorata.