Estate, tempo di vacanza per chi può e tempo di invidia
per chi vorrebbe. E nulla suscita maggiore invidia di una bella cartolina
illustrata che giunge dai posti più remoti del mondo, spedita “agli amici del bar”
da un fortunato viaggiatore. Nonostante MMS, mail, facebook e cinguettii vari,
un'ammiccante cartolina non passa mai di moda, non foss'altro per l'innegabile
comodità di poterla spiattellare pubblicamente sul naso di tutti quanti.
Davanti alle spiagge incontaminate - spesso arricchite dalla interessante fauna
bipede che le popola - non puoi far finta di niente. Il messaggino lo puoi
cancellare, la cartolina no. Almeno, non fino a quando il mittente, ritornato
alla base, non ha reso edotta tutta la compagnia su quanto gli è capitato in
vacanza. Un inevitabile tributo richiesto dalla vita sociale al bar.
L'ultima in ordine di tempo a comparire sulla scansia
degli aperitivi proveniva da Dubai. Stranamente, anziché mostrare panorami
naturali, proponeva un'interessante veduta degli incredibili palazzi che,
alimentati a petrolio, stanno sorgendo come funghi da quelle parti. Conoscendo
il mittente, idraulico di professione ma appassionato cultore di costruzioni
avveniristiche, la scelta di quel soggetto non era poi così strana. Questo non
toglie che, comunque, si discostasse un bel po' dalle cartoline da lui spedite
gli anni precedenti...
L'oggetto più lontano che possiamo scorgere in cielo senza l'aiuto di
un telescopio è la Galassia di Andromeda. La luce che raggiunge il nostro
occhio ha iniziato il suo viaggio circa due milioni e mezzo di anni fa
(Crediti immagine: Adam Evans)
Qualche giorno dopo l'arrivo della cartolina, passato dal
bar per il consueto caffè mattutino, mi imbattei proprio nell'idraulico,
tornato da Dubai solo da una manciata d'ore. Nonostante il viaggio da smaltire
mi sembrava in splendida forma e stava già tenendo banco con i suoi racconti vacanzieri.
Mi unii senza indugio al gruppo: ogni occasione è buona per imparare - o
insegnare - qualcosa. Approfittando di un momento di pausa nei suoi racconti,
lo salutai e gli dissi indicando la cartolina:
«Davvero un bel panorama. Molto meglio di quelli, un po'
osé, che ci hai mandato gli anni scorsi. Stanno proprio costruendo palazzi
incredibili da quelle parti.» Confidavo, stuzzicandolo sui suoi interessi, di
riuscire a pilotare i suoi racconti vacanzieri verso una destinazione tutto
sommato più sopportabile e pagare così la quota del mio tributo nel modo più
indolore.
«Sapevo che ti sarebbe piaciuta. Ma c'è una cosa che
voglio farti vedere: trova cosa c'è di strano in queste fotografie.» Armeggiò
con il telefonino e mi mostrò un paio di immagini a prima vista perfettamente
identiche. Evidentemente, dato che lui insisteva nel chiedermi cosa notassi di
strano, qualcosa mi sfuggiva. Buttai la spugna.
«Guarda questa costruzione qui» mi disse indicando un
palazzotto sulla cartolina. «Se guardi la prima immagine vedi che c'è anche lì,
ma se passi alla seconda non la trovi più. L'ultima foto l'ho scattata appena
prima di partire. Dopo che avevo spedito la cartolina hanno demolito il
palazzotto per fare spazio a una nuova costruzione. Una demolizione davvero
rapida, vero?»
«Interessante: la tua cartolina ci ha recapitato un
messaggio che era vero quando è partita, ma che si è rivelato essere in parte
bugiardo al suo arrivo. A te sembrerà un fatto davvero curioso, ma con le
stelle è praticamente la normalità.» Non era assolutamente mia intenzione dirottare
la conversazione, ma evidentemente l'accenno alla bugiardaggine delle stelle
aveva particolarmente colpito il mio amico idraulico.
«Cosa intendi dire?» si affrettò a chiedermi.
«Semplicemente che anche le stelle e tutti i corpi celesti
ci mandano continuamente messaggi e cartoline che li riguardano, ma sulla loro
assoluta affidabilità non è il caso di scommetterci.»
«Vuoi dire che le immagini astronomiche che vediamo in
Internet e tutti i dati che vengono studiati dagli astronomi sono falsi? Mi
stai dicendo che l'astronomia non è una scienza affidabile?» sbottò il mio
amico con un tono tra l'incredulo e lo sbigottito.
«Assolutamente no. Sto semplicemente sottolineando il
fatto che, come la tua cartolina da Dubai, anche tutte le cartoline che ci
arrivano dai corpi celesti hanno avuto bisogno di un certo tempo per percorrere
il loro viaggio. Ci sono solo un paio di differenze. La prima è che i dati
astronomici viaggiano nell'Universo a una velocità decisamente più elevata di
quella che normalmente caratterizza i messaggi postali.»
«Questo già lo sapevo. Viaggiano alla velocità della luce,
vero?» domandò il mio interlocutore, con non poca sorpresa degli altri
ascoltatori.
«Esatto: è la massima velocità possibile. La seconda
importante differenza, però, è che le distanze in gioco sono incredibilmente
più grandi di quella che ci separa da Dubai. Figurati che per indicarle non
basta neppure l'anno luce, cioè la distanza che la luce percorre in un anno.
Fatti due conti, un anno luce ammonta a quasi 9500 miliardi di chilometri e la
stella più vicina si trova a poco più di 4 anni luce dalla Terra.»
«Ah, ma allora con l'anno luce si misurano le distanze,
non il tempo...» sbottò uno del gruppo, realizzando che fino ad allora si era
lasciato ingannare dalla parola “anno”.
«Proprio così. Peccato che in astronomia sia normale
parlare di oggetti distanti non solo migliaia, ma persino milioni e miliardi di
anni luce. Distanze per le quali non avrebbe assolutamente nessun senso
impiegare il nostro famigliare chilometro.»
«E queste enormi distanze cosa c'entrano con la bugiardaggine
delle stelle?» chiese l'idraulico, evidentemente intenzionato a chiarirsi del
tutto le idee.
«Quando la luce di una stella comincia il suo viaggio,
porta con sé le informazioni che riguardano com'è la stella in quel momento.
Mentre la luce vola verso la Terra, cioè mentre la cartolina è in viaggio, alla
stella può succedere qualunque cosa, ma noi non non possiamo saperlo. La
cartolina, insomma, ci dice semplicemente com'era la stella quando è stata
spedita. Se, per esempio, si tratta di una stella molto grande arrivata al suo
capolinea, mentre la cartolina è ancora in viaggio può esplodere in quel
gigantesco fuoco d'artificio che gli astronomi chiamano supernova. Noi
riceviamo la sua cartolina e vediamo una stella in salute. Peccato, però, che
quella stella in realtà non esista più.»
«Adesso è chiaro. Non sono le stelle bugiarde,
semplicemente dobbiamo tener conto che per arrivare fin da noi i loro messaggi
ci hanno messo un bel po' di tempo...» sbottò soddisfatto l'idraulico
dimostrando di aver perfettamente recepito il messaggio.
«Giusto. Mettiamola così: per i loro studi gli astronomi
fanno affidamento su dati che, anche se appena catturati dai loro potentissimi
strumenti, sono in realtà vecchi anche di milioni di anni. Altro che
l'Archeologia, la vera scienza del passato è l'Astronomia.»
«Ma questo riguarda anche il Sole?» chiese preoccupato uno
degli ascoltatori, che probabilmente vedeva addensarsi nubi molto scure sulla
vacanza che avrebbe dovuto cominciare di lì a qualche giorno.
«Che esploda come supernova assolutamente no. Il Sole
starà al suo posto, più o meno com'è adesso, ancora per qualche miliardo di
anni. Ti basta?» Interpretai la mancanza di risposta come un sospiro di
sollievo e ne approfittai per aggiungere un'altra considerazione: «Tenendo
conto della distanza che lo separa dalla Terra, se per ipotesi il Sole dovesse
spegnersi istantaneamente - cosa impossibile, si fa per dire! - noi ce ne
accorgeremmo solamente otto minuti più tardi. Il fatto curioso è che non lo
vedremmo spegnersi in un solo istante: vedremmo una macchia scura al centro del
disco che nel giro di due secondi o poco più si allargherebbe fino a coprirlo
tutto. Tutta colpa delle dimensioni della nostra stella.»
Stavo per addentrarmi in un altro piccolo approfondimento
sulla nostra stella domestica quando una piccola nuvola passò velocemente
proprio davanti al Sole attenuando in modo molto evidente per qualche attimo il
suo bagliore. Fu come un segnale: manco fossero telecomandati, gli occhi di
tutti si rivolsero con preoccupazione a scrutare il cielo.
Ovviamente, l'intrusione della nuvola decretò la
conclusione della mia pillola astronomica. Il dato positivo era che le mie
parole avevano sicuramente lasciato il segno, quello meno positivo che mi toccò
offrire il caffè a tutti quanti per lo spavento provocato. Anche la
divulgazione astronomica ha il suo prezzo da pagare.