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Newton & Co, storia di scienziati geniali ma anche "bastardi"

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I testi scientifici, l’insegnamento scolastico e la comunicazione rivolta al grande pubblico propongono generalmente la scienza come  un corpo di teorie consolidate e, se pur in continua evoluzione, oggi accreditate dalla comunità degli scienziati. Il modo in cui questi modelli del mondo si sono imposti a scapito di altri risulta così messo da parte, viene lasciato come oggetto di studio agli storici della scienza e, in fondo, è considerato di modesto interesse, in quanto è storia ormai passata di errori corretti e superati da verità finalmente scoperte.

Ma la ricerca scientifica è opera di uomini e donne che pensano, elaborano ipotesi, fanno esperimenti, comunicano tra loro, soffrono, lottano e gioiscono. La loro vita si intreccia con l’attività scientifica, e questo intreccio può interessare e coinvolgere anche noi, uomini e donne del nostro tempo, nonostante riguardi epoche ormai passate, immagini del mondo in gran parte superate, vicende non sempre esemplari.

In un bel volume di qualche anno fa, Parola di Galileo (Rizzoli), Andrea Frova e Mariapiera Marenzana ci hanno regalato un racconto delle passioni e delle conquiste scientifiche di Galileo così come si rivelano attraverso i suoi scritti, le lettere scambiate con i suoi corrispondenti, i documenti ufficiali del tempo.
In questa nuova opera, appena pubblicata da Carocci e giunta già alla prima ristampa, gli stessi autori ci propongono un affresco delle vicende della scienza e degli scienziati negli anni – tra Seicento e Settecento – in cui la scienza viene sviluppata in Inghilterra, con la fondazione della Royal Society e l’apporto di scienziati geniali ma anche... «bastardi».
Così, già nel titolo, quest’opera annuncia il racconto di «rivalità e dispute agli albori della fisica», e lo fa con il rigore della documentazione unito alla fluidità e all’arguzia dell’esposizione che rendono la lettura avvincente. «Lo sconcertante, divino Newton, il poliedrico ma dispersivo Hooke, il pio astronomo reale Flamsteed, il mondano Halley» e tanti altri abbandonano, per così dire, la parrucca delle occasioni ufficiali e ci si mostrano nel loro quotidiano ricercare, polemizzare, rivendicare la priorità di un’idea, tramare contro gli altri scienziati, visti spesso come rivali anziché come compagni di strada. 

Eppure, da questo crogiuolo di passioni nobili e meno nobili, emergono nuove e meravigliose idee scientifiche, come la gravitazione universale, il calcolo infinitesimale, la teoria dei colori. Se consideriamo le teorie scientifiche come parte del mondo delle idee, del mondo della cultura, di quello che Karl Popper ha definito «mondo 3», questo volume ci dice che si tratta di un mondo che si trasforma, si sviluppa, evolve grazie alle passioni scientifiche di tanti scienziati, con il sostegno di istituzioni come la Royal Society e nonostante le controversie, le gelosie, le rivendicazioni... o forse, quasi paradossalmente, anche attraverso di esse.


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Giornata storica il 13 maggio: Vittoria Brambilla e Fabio Fornara di Unimi hanno messo a dimora le prime piantine di riso geneticamente editate TEA (tecniche di evoluzione assistita) nella campagna pavese di Mezzana Bigli. Si tratta di una sperimentazione, ma in campo aperto, il primo consentito in Italia. Il premesso è fino a fine anno, ma prorogabile in attesa delle nuove regole europee. All'evento era presente una piccola folla di amici delle biotecnologie, tra cui spiccano la senatrice a vita Elena Cattaneo e Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni. Era presente anche la giornalista Anna Meldolesi, che firma l'articolo, e il ricercatore CNR Roberto Defez, nella foto insieme a Vittoria Brambilla. Credito foto: Associazione Luca Coscioni.

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