Ci sono vecchie stelle dell'alone della nostra galassia che mostrano una anomala abbondanza di elementi pesanti quali oro, platino e uranio. Un recente studio riesce probabilmente a svelare il loro segreto.
Gli astronomi del Niels Bohr Institute, sfruttando la potenza dei giganteschi telescopi cileni dell'ESO, hanno studiato per alcuni anni una ventina di queste strane stelle. La loro ricchezza di elementi pesanti non è facilmente spiegabile: essendo astri molto antichi, avrebbero dovuto possedere una composizione molto più “leggera”. Gli elementi pesanti, infatti, vengono sintetizzati solamente nel corso delle esplosioni di supernova e dunque ci si sarebbe aspettata una simile abbondanza solamente in stelle nate di recente da nubi di gas che precedenti generazioni stellari avevano opportunamente appesantito.
La stranezza può essere spiegata in due modi. Un primo modello prevede che queste stelle fossero parte di un sistema stellare e la loro compagna, esplosa come supernova, possa averle letteralmente ricoperte di elementi pesanti. Una seconda possibilità è che queste stelle possano essere nate già con questa composizione: tutta colpa dei materiali scagliati da una supernova nello spazio circostante non in modo uniforme, ma con direzioni privilegiate. Questi getti ricchi di elementi pesanti avrebbero arricchito le nubi stellari dalle quali poi sarebbero nate le nostre stelle anomale.
Nel loro studio, appena pubblicato su Astrophysical Journal Letters,Terese Hansen (University of Copenhagen) e collaboratori sarebbero più orientati verso questa seconda possibilità. Quelle strane stelle, insomma, testimonierebbero la natura tutt'altro che omogenea del primitivo alone del nostro sistema galattico.