Uno studio suggerisce che, nonostante l'attuale rapido ritiro dei ghiacci del Polo nord, nei prossimi decenni potremmo anche assistere a un incremento della superficie ghiacciata del Mare Artico.
Jennifer Kay, Marika Holland e Alexandra Jahn, ricercatrici del National Center for Atmospheric Research di Boulder (Colorado) hanno provato ad applicare uno tra i più promettenti modelli climatici alla situazione del mare Artico nei prossimi decenni. Dopo aver verificato l'affidabilità del software, noto come Community Climate System Model, mettendo a confronto i risultati delle simulazioni con le osservazioni sul campo, le ricercatrici hanno voluto indagare quale peso potessero avere le attività umane e quanto invece dipendesse dalla variabilità intrinseca del ciclo climatico.
Nello studio, pubblicato su Geophysical Research Letters, si suggerisce che l'attuale ritmo di scioglimento dell'Artico è per metà riconducibile alle attività umane mentre l'altra metà dipende dalle variabili climatiche. Le simulazioni, inoltre, hanno mostrato che nel breve periodo le variazioni delle condizioni atmosferiche potrebbero fermare lo scioglimento dei ghiacci o addirittura aumentare la loro estensione. Quando, però, l'analisi si spinge a più lungo termine – 50 o 60 anni – non c'è assolutamente via di scampo per la sparizione dei ghiacci nel periodo estivo.