Il più grande trial clinico mai condotto sul Parkinson dimostra che per il trattamento a lungo termine levodopa è migliore dei nuovi farmaci.
Secondo
uno studio inglese recentemente pubblicato su The Lancet, la terapia tradizionale con levodopa è migliore
rispetto ai più recenti agonisti della dopamina (DA) e inibitori tipo
monoamino-ossidasi B (MAOBI) per il trattamento a lungo termine di pazienti
alla diagnosi con malattia di Parkinson, garantendo una maggior mobilità e una
migliore qualità di vita.
Il trial clinico PD MED ha arruolato
1620 pazienti alla diagnosi affetti da malattia di Parkinson randomizzandoli in
tre bracci terapeutici: levodopa, DA o MAOBI.
Dopo 7 anni di follow up, sulla base dei punteggi su scale di misurazione della
mobilità e di questionari sulla qualità della vita compilati dai pazienti
stessi, gli studiosi hanno riscontrato piccoli ma persistenti benefici nel
trattamento iniziale con levodopa rispetto alle terapie alternative. I pazienti
nel gruppo levodopa hanno riportato anche punteggi significativamente migliori
sulle attività della vita quotidiana, sulle proprietà cognitive e di
comunicazione, nonostante accusassero un maggior numero di spasmi muscolari
involontari.
Secondo Richard Gray dell’Università
di Oxford e autore della ricerca: "Sebbene
le differenze a favore di levodopa siano minime, se si considerano i benefici a
breve e lungo termine, gli effetti collaterali, la qualità della vita dei
pazienti e non ultimo i costi, levodopa rappresenta ancora la migliore strategia
di trattamento di prima linea per la maggior parte dei pazienti. Nella pratica
clinica attuale, la maggior parte dei pazienti di età superiore ai 70 anni viene
trattata inizialmente con DA per evitare le complicazioni motorie legate alla terapia
con levodopa. Nel nostro studio tuttavia levodopa si è dimostrata migliore dei
più costosi DA a tutte le età."
Carl Clarke, coordinatore
clinico dello studio presso l'Università di Birmingham ha aggiunto: "Il trial
clinico PD MED è il più ampio studio mai condotto sulla malattia di Parkinson. I
risultati conseguiti sono destinati a modificare la pratica clinica in tutto il
mondo e da ora in poi levodopa sarà probabilmente eletta a terapia di prima
linea per la maggior parte dei pazienti."
Anthony Lang e Connie Marras del Toronto Western Hospital commentano: "I
risultati di questo studio aiuteranno a convincere i medici e rassicurare i
pazienti che tutti i timori che hanno generato la levodopa-fobia sono infondati".