Secondo accurate misurazioni, l'Oceano Artico mostrerebbe una concentrazione di anidride carbonica talmente elevata da impedirgli, anche se privato dei ghiacci, di sequestrarne ancora.
La ricerca – pubblicata su Science Express lo scorso 22 luglio – è opera di un team internazionale coordinato da Wei-Jun Cai (Department of Marine Sciences - University of Georgia) che, a bordo del rompighiaccio Xuelong (Drago della neve), ha raccolto campioni in quella parte dell'Oceano Artico nota come Bacino Canadese. Ai margini del bacino la pressione di CO2 risulta compresa tra 120 e 250 microatmosfere, dunque ben al di sotto della concentrazione atmosferica di 375 microatmosfere. Nelle acque più al largo e libere dai ghiacci, però, la concentrazione balza a 320-365 microatmosfere, un valore che, secondo Cai, costituisce una efficace barriera all'ulteriore arricchimento di CO2 da parte del Bacino Artico.
I dati, dunque, indicherebbero che coloro che confidavano nello scioglimento dei ghiacci per ottenere un maggiore sequestro di CO2 erano fuori strada. Sul versante del sequestro di gas serra, insomma, il Bacino Artico avrebbe già dato. Infatti, benché la sua superficie sia solamente il 3% della superficie oceanica terrestre, in quella porzione di acque – complice la migliore solubilità del gas nelle acque più fredde – è contenuto tra il 5 e il 14% dell'intero ammontare di anidride carbonica sequestrato dagli oceani.