Alla fine di agosto, solo negli Stati Uniti, già 28 donne in gravidanza avevano perso la vita a causa della nuova influenza, e un centinaio aveva dovuto ricorrere alle cura di un'unità di terapia intensiva. I dati, comunicati ieri da Anne Schuchat, direttore del National Center for Immunization and Respiratory Diseases dei Centers for Disease Control and Prevention di Atlanta, non possono lasciare indifferenti. Alla luce dell'impatto del virus H1N1 in questa categoria ad alto rischio, è poco chiara la decisione del vice ministro italiano Ferruccio Fazio di restringere l'uso degli antivirali nelle future mamme: le ultime indicazioni che vengono dalle autorità italiane, infatti, suggeriscono l'uso dei farmaci solo nelle donne già portatrici di patologie croniche preesistenti alla gravidanza.
Mamme a rischio?
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Cosa sanno davvero le neuroscienze su sesso, genere e identità?

Uno studio pubblicato su Behavioral Sciences mette in discussione l’idea di un cervello rigidamente “maschile” o “femminile”, proponendo una lettura basata sulla complessità delle reti neurali: le differenze legate al sesso biologico, spiega l'autore, esistono ma si sovrappongono ampiamente, mentre il genere lascia tracce più diffuse, legate a emozioni e cognizione sociale. L’identità emerge così come il risultato dinamico di biologia, esperienza e contesto culturale.
Un anno fa, su queste pagine, si raccontava di uno studio che aveva fatto molto discutere: in quasi cinquemila preadolescenti, sesso biologico e genere sembravano lasciare “impronte” in reti neurali in parte diverse, suggerendo che ciò che chiamiamo sesso e ciò che chiamiamo genere non coincidono neppure nel cervello.