Doveva osservare
i neutrini di passaggio nel mediterraneo, ma finora sta ascoltando il passaggio
dei suoi capodogli. Km3Net, la torre di 450 metri piazzata lo scorso marzo
dall'Istituto di Fisica Nucleare nelle profondità dello Ionio meridionale, al
largo di Capo Passero in Sicilia, è dotata di un'antenna sottomarina in grado,
grazie a un set di sensori ottici, di catturare la scia di luce azzurrina (luce
Cherenkov) tipica del passaggio dei neutrini in acqua. Ai fotomoltiplicatori,
gli "occhi" di Km3Net, si aggiungono i 14 sensori acustici che
captano i rumori dei fondali, tra cui il passaggio dei cetacei, appunto.
Sono proprio questi i sensori che ora, grazie al progetto MIUR-Futuro in
ricerca SMO (in cui è coinvolto l’INFN, l’INGV e le Università di Roma Sapienza
e Roma 3, di Pavia, Messina e Catania), funzionano a pieno regime registrando
le voci dei cetacei per cinque minuti ogni ora.
“Appena entrati in funzione, tra il 23 e il 27 marzo, hanno subito catturato i segnali dei primi capodogli – ha dichiarato Giorgio Riccobene, dei Laboratori Nazionali del Sud dell’INFN (Catania) – il nuovo software ha permesso anche di stabilire la stazza di questi due animali, circa 12 metri. Potrebbero essere delle femmine o dei maschi giovani. Già nel 2005-2006 abbiamo fatto una prima campagna di ascolto con un altro apparato dell’INFN, un prototipo dell’attuale Km3Net ma allora non eravamo in grado di identificare in tempo reale le dimensioni dei capodogli. Il nuovo software ci permette un passo in avanti notevole”.
“Ora faremo anche una statistica sulla rumorosità del mare, che rappresenta un grosso problema per i cetacei, come per le balene. Nel Mediterraneo abbiamo la balenottera comune, un gigante che arriva a oltre venti metri di lunghezza, che soffre maggiormente del rumore del traffico navale. – spiega il biologo marino Gianni Pavan, dell’Università di Pavia - I capodogli, ad esempio, comunicano a centinaia di chilometri di distanza ma con l’inquinamento acustico del mare questa distanza finisce per ridursi a pochi chilometri. E ciò ha riflessi sulla riproduzione, la migrazione e i fenomeni di spiaggiamento”.
Km3Net é una collaborazione internazionale a cui aderiscono Cipro, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Olanda, Regno Unito, Romania, Spagna. All’impresa partecipano nove gruppi dell’INFN (Bari, Bologna, Catania, Genova, LNF, LNS, Napoli, Pisa, Roma) in collaborazione e in sinergia con Istituti di ricerca geofisica, oceanografica di biologia marina (INGV, CNR, CIBRA/UNIPV, CMRE). La collaborazione europea KM3NeT è stata supportata negli anni 2006-2012 anche da programmi di finanziamento europei. L’apparato installato costituisce il primo passo verso la realizzazione del nodo italiano del futuro telescopio per neutrini KM3NeT. La costruzione di una prima parte di questo nodo è già stata avviata grazie ad un finanziamento del MIUR su fondi del PON 2007-2013.
