Tra le prime conseguenze del riscaldamento globale è logico ipotizzare l'innalzamento del livello degli oceani e con esso – sempre secondo logica – la scomparsa graduale dei meravigliosi atolli del Pacifico. Una ricerca, però, sembrerebbe smentire tale conclusione.
Arthur Webb (Pacific Islands Applied Geoscience Commission) e Paul Kench (University of Aukland) hanno utilizzato immagini aeree storiche e riprese satellitari di 27 atolli dell'Oceano Pacifico centrale raccolte nel corso di un arco temporale che va dai 19 ai 61 anni per una analisi quantitativa dei loro cambiamenti. I risultati che emergono dallo studio, pubblicato su Global and Planetary Change, indicano che nell'arco di tempo coperto dagli archivi fotografici solo il 14% di quegli atolli è stato interessato da una diminuzione della superficie e che in moltissimi casi (il 43 %) si può addirittura rilevare un suo aumento.
Secondo i ricercatori l'aumento rilevato, che potrebbe forse permettere alle isole di tenere testa all'innalzamento del livello marino, è riconducibile al loro basso profilo costiero che permetterebbe alle ondate più intense di infrangersi proprio sulle sommità degli atolli, depositandovi i sedimenti provenienti dalla spiaggia o dai bassi fondali circostanti. Con questa conservazione della superficie, però, vanno di pari passo cambiamenti forse più incisivi, quali lo spostamento dell'isola rispetto alla laguna e variazioni importanti della planimetria. “La terra degli atolli – ha sottolineato Kench – potrà ancora essere al suo posto, ma come la mettiamo con la possibilità di sostenere la presenza degli insediamenti umani?”