Secondo un team di ricercatori, nella scomparsa delle foreste di conifere che ha accompagnato la terribile estinzione del Permiano ci sarebbe lo zampino di un fungo estremamente aggressivo.
Oltre a cancellare il 95% degli organismi marini e il 70% di quelli che vivevano sulla terraferma, l'estinzione del Permiano interessò pesantemente anche le conifere che ricoprivano Pangea, il grande unico continente di 250 milioni di anni fa. I dati fossili indicano che questi alberi sparirono dalla circolazione per almeno 4 milioni di anni.
L'analisi dei microfossili del Permiano ha evidenziato la presenza di organismi filamentosi finora classificati come alghe. Secondo Henk Visscher (Utrecht University) e collaboratori, però, quei microfossili sarebbero in realtà un particolare stadio vegetativo di un lontano parente del Rhizoctonia, un tipo di fungo estremamente aggressivo per le radici e l'apparato fogliare di molte piante. Nello studio, di prossima pubblicazione sulla rivista Geology, i ricercatori sostengono che in un ambiente fortemente ostile come quello presente all'epoca dell'estinzione del Permiano la devastante azione del fungo finì con l'assestare il colpo di grazia alla vegetazione.
Secondo il team di Visscher, inoltre, è da tenere in seria considerazione la possibilità che il micidiale sovrapporsi di stress ambientale e attacco di organismi patogeni possa interessare con effetti devastanti anche gli alberi del nostro tempo.