fbpx Comunicare per mezzo dei neutrini | Page 2 | Scienza in rete

Comunicare per mezzo dei neutrini

Primary tabs

Read time: 2 mins

La capacità dei neutrini di attraversare praticamente indenni qualunque ostacolo gli si pari dinanzi potrebbe rivelarsi estremamente utile nelle comunicazioni. Un team di ricercatori ha dunque provato a utilizzarli per inviare un messaggio.

L'idea dei ricercatori della North Carolina State University e della University of Rochester coordinati da Dan Stancil è in fondo quasi banale: codificato il messaggio da inviare in forma binaria, sarebbe bastato modulare l'emissione di un fascio di neutrini in modo da alternare in modo opportuno la presenza di neutrini (cifra 1) e la loro assenza (cifra 0). Idea banale, ma la cui realizzazione è stata possibile solamente perché il team poteva disporre dell'acceleratore di particelle del Fermilab (uno dei più potenti al mondo) e del mastodontico rilevatore Minerva collocato in una caverna 100 metri sotto terra.

Codificata in codice binario la parola “neutrino”, Stancil e collaboratori hanno dunque trasmesso la sequenza corretta inviando opportunamente cospicui pacchetti di neutrini – anche per il rilevatore Minerva non è così semplice catturare le elusive particelle – attraverso 240 metri di roccia. Con grande soddisfazione del team, il messaggio è stato correttamente raccolto e decodificato e il risultato dell'esperimento è stato proposto a Modern Physics Letters A per la pubblicazione.

Una volta che la tecnologia sarà riuscita a rendere molto meno complicata la gestione dei neutrini, l'impiego di queste particelle potrebbe rivoluzionare il mondo delle comunicazioni. Che fine faranno, infatti, satelliti e ripetitori dato che i neutrini possono tranquillamente attraversare tutto il pianeta senza il minimo disturbo?

University of Rochester

Autori: 
Sezioni: 
Tecnologia

prossimo articolo

Finalmente in campo le prime piantine di riso TEA di Brambilla e Fornara

Giornata storica il 13 maggio: Vittoria Brambilla e Fabio Fornara di Unimi hanno messo a dimora le prime piantine di riso geneticamente editate TEA (tecniche CRISPR di evoluzione assistita) per resistere a parassiti come il brusone senza usare fitofarmaci, nella campagna pavese di Mezzana Bigli. Si tratta di una sperimentazione, ma in campo aperto, il primo consentito in Italia. Il permesso è fino a fine anno, ma prorogabile in attesa delle nuove regole europee. All'evento erano presenti una piccola folla di amici delle biotecnologie, tra cui spiccano la senatrice a vita Elena Cattaneo e Marco Cappato dell’associazione Luca Coscioni. Era presente anche la giornalista Anna Meldolesi, che firma l'articolo, e il ricercatore CNR Roberto Defez, nella foto insieme a Vittoria Brambilla. Credito foto: Associazione Luca Coscioni.

La rete delimita ventotto metri quadrati di nudo terreno, in mezzo alla campagna pavese. Al suo interno si muove una decina di ricercatrici e ricercatori dell’Università di Milano. Il computer portatile appoggiato a terra mostra lo schema delle parcelle. Un metro viene srotolato per segnare le coordinate sulle zolle.