La National Natural
Science Foundation of China (NSFC) e l'Accademia Cinese delle Scienze (CAS) hanno
annunciato che i ricercatori cinesi dovranno depositare i loro paper
scientifici in archivi online e renderli accessibili al pubblico entro 12 mesi
dalla pubblicazione.
Secondo i dati di Science Citation Index (SCI ), database gestito dalla Thomson
Reuters, la produzione scientifica cinese è passata da 48.000 articoli del
2003, pari al 5,6% del totale mondiale, a più di 186.000 articoli nel 2012.
Cinque anni fa la CAS ha iniziato a sviluppare una banca dati per i lavori
scientifici prodotti dai suoi istituti.
Da questo progetto è nato il portale IR GRID che contiene 400mila lavori.
Oltre a mettere a punto questa
immensa biblioteca digitale, le autorità cinesi stanzieranno dei fondi per
promuovere la ricerca su riviste open access. Verranno studiate delle linee
guida per aiutare i ricercatori a districarsi in questo mondo in grande
espansione che alcune volte riserva qualche sorpresa come ha dimostrato John Bohannon nella sua inchiesta pubblicata su Science lo scorso anno.
Alcune
università cinesi inoltre, stanno assumendo docenti universitari occidentali per
insegnare ai propri ricercatori a scrivere articoli idonei per riviste ad alto impact factor.
"Grazie a questo cambiamento si potrà facilitare la diffusione della conoscenza e accelerare la globalizzazione della scienza, trasformando la conoscenza in innovazione in modo rapido e beneficiando dello sviluppo sociale” hanno spiegato alcuni dei dirigenti dell’Accademia Cinese delle Scienze.