Un grave disturbo alla vista potrebbe essere curato grazie alla ricerca sulle cellule staminali. Il gruppo guidato da Mark Humayun dell’Università del Sud della California ha messo a punto una nuova tecnica chirurgica che sostituisce le cellule dell’occhio danneggiate con cellule staminali trattate.
Utilizzare le cellule staminali per curare una comune
forma di cecità. È la sfida di un gruppo di scienziati della California,
presentata durante FENS. Il metodo prevede la combinazione di una nuova tecnica
chirurgica e dell’utilizzo di cellule staminali trasformate in specifiche
cellule della retina: una possibile speranza per milioni di persone che
soffrono di degenerazione molecolare legata all’età (AMD, da “age-related macular
degeneration”).
Mark Humayun dell’University of Southern California, ha
guidato un progetto chiamato California Project to Cure Blindness, che punta a
trattare questa particolare forma di cecità. L’obiettivo è sostituire le
cellule danneggiate dei pigmenti epiteliali della retina (RPE). “Pensiamo che
sostituire le cellule RPE morte o danneggiate potrebbe essere un modo per
rallentare il corso della malattia e persino migliorare la visione” dice
Humayun.
AMD è un disturbo che può portare a gravi danni alla
vista: perdita della visione a colori e persino completa cecità. Colpisce per
lo più persone oltre i 55 anni di età.
Il trattamento proposto da Humayun e colleghi punta a sostituire
le cellule RPE disfunzionali con nuove cellule RPE ‘create’ dalle cellule
staminali. “Considerata la difficoltà della procedura chirurgica e la bassa
disponibilità di cellule RPE sane, ci basiamo sulle cellule embrionali umane”
spiega il ricercatore. Le cellule staminali hanno infatti l’enorme vantaggio di
poter diventare qualunque tipo di cellula. Vengono così coltivate in
laboratorio prima di essere impiantate, in modo da trasformarsi in una fonte
pura di cellule RPE funzionanti.
Dopo un anno di studi su questi metodi per ripristinare
la visione, Humayun ha potuto compiere quattro passi fondamentali. Primo: ha
isolato una specifica linea di cellule staminali che contiene le
caratteristiche delle normali cellule RPE adulte. Secondo: ha individuato un
sostrato biologico in grado di agire come piattaforma per supportare l’impianto
delle nuove cellule RPE. Terzo: ha iniziato a dimostrare l’efficacia del
trattamento, diminuendo la perdita di visione in alcuni roditori con AMD.
Quarto: ha messo a punto una tecnica chirurgica in grado di impiantare le
cellule staminali negli occhi degli animali e, in ultima fase, degli uomini.
“In parallelo a questi studi di laboratorio, stiamo
lavorando su trial clinici per trattare pazienti con AMD. I risultati di più di
sei mesi di studi sugli animali hanno già mostrato la sicurezza della tecnica
chirurgica, così come la sua capacità di migliorare la visione. Crediamo di
poter arrivare presto a un trattamento sull’uomo, per i pazienti con forme di
AMD attualmente incurabili”.