Le nuove tecnologie possono aumentare la velocità di celebrazione dei processi? La Ricerca italiana ci sta provando con due progetti: il primo, JUMAS (finanziato dall’Unione europea), già concluso e il secondo, e-JRM (MIUR PON Ricerca e competitività 2007-2013), in svolgimento.
Con il sistema JUMAS il vecchio faldone a stringhe si trasforma in una cartella elettronica di contenuti multimediali consultabili anche via “internet”. Le prove d’innocenza o colpevolezza possono consistere in audizioni delle parti; riprese cinematografiche; trascrizioni delle testimonianze; fotografie; verbali delle riunioni. Con l’informatica si acquisisce al fascicolo processuale non solo un ammasso di fotocopie, ma anche quanto è stato pronunciato dalle parti e dai testimoni (ed eventualmente ritrattato), con il riporto dell’ambito emotivo in cui quelle affermazioni sono state espresse, i comportamenti e gli stati emozionali. Questi ultimi permettono di accedere a conoscenze nascoste e arricchiscono i materiali cognitivi con informazioni aggiuntive. I cambiamenti di postura, la gestualità e l’enfasi nell’esplicazione dei concetti spesso rivelano più delle parole. La possibilità di rivedere gli episodi salienti, può permettere di comprendere la verità su come si siano svolti realmente i fatti e far rilevare le contraddizioni, discriminando le affermazioni veritiere dalle dichiarazioni false, le risposte lacunose da quelle volutamente elusive. I video digitali sono una fonte d’informazioni che può essere organizzata in breve tempo e a basso costo. Operano, inoltre, modelli probabilistici che mettono a confronto le informazioni già acquisite con le nuove dichiarazioni. Il sistema riconosce aspetti processuali poco approfonditi o insufficienti. Provvede quindi a segnalarlo o a colmare automaticamente la lacuna. Lo stesso, utilizzando gli operatori “booleani”, permette di ricavare nuova conoscenza dai materiali già disponibili. Può, inoltre, incrociare le parole per determinarne la frequenza. In questo modo possono emergere aspetti importanti per la decisione e rimasti in ombra, come rappresentazioni interne alle situazioni, riconoscimento di volti, assonanze di contenuto e ripetizione delle parole in testi diversi, per rilevare eventuali accordi fraudolenti e complicità. Un’area di scrittura è messa a disposizione degli utenti per le prime evidenze, appunti e altre annotazioni. La stessa è preordinata al lavoro condiviso e cooperativo, ma con gradi diversi di accesso, secondo il ruolo e la funzione.
Il progetto “eJRM” (Electronic justice relationship management), che costituisce la prosecuzione del progetto JUMAS, ha lo scopo di concepire, realizzare e sperimentare relazioni completamente virtuali tra cittadino e Amministrazione giudiziaria, per raggiungere incrementi significativi di efficienza. Questo è possibile grazie all’alfabetizzazione informatica che ha raggiunto la gran parte della popolazione e l’accesso a costo contenuto a “internet”. In fase di applicazione sperimentale a essere trattate sono le controversie civili di modico valore economico, con successiva estensione ad altri tipi di processo. L’adozione di elevati livelli di sicurezza per l’accesso ai portali rende possibile lo scambio d’informazioni riservate e l’effettuazione di processi a distanza, abbattendo alcuni costi riconducibili alle spese di trasferimento delle persone. “eJRM” si preoccupa innanzitutto d’informare preventivamente il cittadino, che voglia intentare una causa legale, dei costi che dovrà sopportare e della probabilità di successo o fallimento dell’azione, per consigliarlo a insistere nella tutela dei propri diritti o farlo desistere. Propone soluzioni per la composizione della controversia rinviandolo a un’assistenza legale specifica o suggerendogli di pervenire a forme di tutela diverse. Le domande sono formulate nel linguaggio naturale. La parte è invitata, quando le informazioni fornite siano considerate insufficienti, a fornire dati aggiuntivi. L’interazione con il difensore può avvenire sia con appuntamento in studio, sia “on line”. I contendenti, valutate le reciproche convenienze, possono giungere a una conciliazione soddisfacente, sulla base delle prospettive giuridiche fornite dal sistema e nel rispetto della legge, facendo poi ratificare dal magistrato la loro rispettiva volontà e mettendo fine alla lite.