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Capolinea città eterna


Non è certo facile affrontare l'argomento degli impatti cosmici. Neppure se, per parlarne in modo più coinvolgente, decidi di percorrere le strade della fantasia. In agguato c'è sempre il rischio di lasciarti prendere la mano da una eccessiva banalizzazione e dalla spettacolarizzazione fine a se stessa. Magari accantonando - o addirittura ignorando - ogni possibile legame con la realtà fisica e le leggi che la governano. Una scelta che si potrebbe anche perdonare a chi ha deciso di ambientare la sua vicenda in un mondo ipotetico, per qualche oscuro motivo esonerato dal sottostare ai rigidi dettami delle leggi fisiche. Una scelta assolutamente deplorevole, invece, se si decide che la vicenda, per quanto fantastica, debba comunque essere ambientata nel mondo reale. E' fin troppo evidente che se ti trovi al piede una pesante palla di piombo con regole ferree cui devi assolutamente sottostare hai inevitabilmente le ali tarpate. Ti sono tassativamente proibiti quei guizzi di fantasia che potrebbero ancor di più stupire il tuo lettore assicurando al tuo racconto impensabili risvolti. E' altrettanto evidente che quelle leggi così fastidiose ti indicano con chiarezza il cammino che devi intraprendere, ma poi sta a te riuscire a descrivere le vicende in modo semplice ed efficace. Tutt'altro che banale, insomma, trovare la corretta alchimia tra il necessario rigore scientifico, la semplicità di esposizione e la giusta dose di fantasia letteraria che rende credibile il racconto - perché pur sempre di un racconto si tratta. Per farla breve, credo risulti chiaro a questo punto come l'impegno più duro nel comporre queste pagine sia stato quello di cercare con cura le giuste dosi in questo delicato cocktail di scienza e fantasia.
Neppure un tema così gettonato come quello degli impatti cosmici può godere di qualche privilegio. E' vero, spesso le fiction di successo se ne sono fatte un baffo delle leggi fisiche e sono comunque state apprezzate dal grande pubblico. Qui, però, voglio provare a percorrere una strada più complicata. Non tanto nella vicenda in sé - quasi banale nel suo inevitabile dipanarsi - quanto piuttosto nel decidere di raccontare i fatti appoggiandomi a rigorosi studi scientifici. Un modo un po' strano, forse, di provare a fare divulgazione scientifica.
Lo scenario che si è pensato di ipotizzare è quello di un impatto cosmico su una grande metropoli dei nostri giorni. E quale città può evocare fascino e calamitare attenzione più della Città Eterna? Si ipotizzerà dunque un impatto su Roma. Nulla di spaventosamente grande, niente a che vedere con il famosissimo “impatto dei dinosauri” tanto caro alla letteratura e al mondo del cinema. Il proiettile sarà un piccolo asteroide, grande poco più di una cinquantina di metri, individuato quasi per caso all'ultimo momento, quando mancano ormai solamente poche ore al suo appuntamento con la Terra. Una circostanza niente affatto eccezionale, visto che più di una volta ci si è accorti che un asteroide più o meno di queste dimensioni era passato accanto al nostro pianeta quando ormai il sasso cosmico si stava allontanando. A dispetto delle piccole dimensioni del proiettile, però, lo scenario che si aprirà dinanzi ai nostri occhi sarà spaventosamente distruttivo. Ma l'aspetto più drammatico è che tale scenario non è frutto di fervide fantasie, ma riconducibile a precise e accurate analisi scientifiche.
Concludendo, mi si permetta di porgere le mie scuse ufficiali a tutti coloro che, pur non avendo il piacere di conoscere personalmente, mi sono permesso di trascinare a loro insaputa nel gioco del racconto affiancandoli a personaggi di pura fantasia. Di alcuni ho conservato i nomi originali, per altri ho provveduto a nascondere la vera identità dietro banali giochetti enigmistici. Confido che deporrà a mio favore la grande disponibilità e cortesia che ho sempre incontrato tra gli astronomi.
Buona lettura.

Claudio Elidoro

Corte de' Frati, settembre 2013.

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