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Quarant'anni di Sissa

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Vista dall'alto della sede attuale della Sissa, Opicina, Trieste.

Fondata ufficialmente il 6 marzo 1978, la Scuola Internazionale di Studi Superiori Avanzati di Trieste (in sigla SISSA) giunge quest’anno al suo quarantesimo compleanno. Una tappa importante, in occasione della quale vale la pena ripercorrere un cammino storico di ricerca, progresso e avanguardia scientifica.

Nelle intenzioni del suo fondatore e primo direttore, il fisico triestino Paolo Budinich, la SISSA doveva configurarsi come istituto di ricerca avanzata ad apertura internazionale. In un'epoca in cui in Italia mancava una legislazione che regolasse il percorso degli studenti intenzionati a conseguire un dottorato, la SISSA voleva offrire percorsi di alta formazione post-universitaria che avviassero al mondo della ricerca. Rappresentava dunque un istituto speciale nel panorama universitario italiano, una scuola pensata come una bottega nella quale gli studenti, selezionati con esaminazioni e valutazioni molto severe, lavoravano gomito a gomito con i professori e gli altri membri dei gruppi di ricerca di appartenenza. Anche lo statuto prevedeva diverse innovazioni rispetto alle tradizionali università, come la possibilità di avere per un triennio professori visitatori stranieri fino a tre mesi l'anno (uno strumento ideale per instaurare collaborazioni scientifiche durature con grandi studiosi internazionali), e la creazione di gruppi di ricerca autonomi, con propri obiettivi didattici e percorsi formativi indipendenti. E, soprattutto, il raggiungimento di un titolo, già riconosciuto negli altri paesi come Philosophiae Doctor (PhD), per instradare lo studente al mondo della ricerca. Insomma, una scuola interamente progettata per lo scambio e il confronto col panorama scientifico internazionale, complice anche la vicinanza con il Centro Internazionale di Fisica Teorica (ICTP), nato nel 1964 per volontà dello stesso Budinich, in collaborazione col Premio Nobel Abdus Salam.

Con Budinich la scienza abbatte la cortina di ferro

Il fondatore della SISSA teneva molto che la nuova scuola nascesse a Trieste, città emblematica della cortina di ferro che divideva il blocco occidentale dal blocco orientale negli anni della guerra fredda. Città centrale della Mitteleuropa, ponte tra l'Europa occidentale e quella orientale, crocevia di linguaggi ed etnie, porto franco dell’ex impero asburgico sulle rotte del Mediterraneo, era la sede perfetta per realizzare “una scienza che potesse accorciare sempre più le distanze tra paesi sviluppati e paesi sottosviluppati”.

Non è un caso che il simbolo scelto come logo sia la nave di Ulisse, simbolo del viaggio, accompagnata dai versi danteschi “ma per seguir virtute e canoscenza”. 

Punto di riferimento internazionale

Le primissime aree di studio sono state matematica e fisica. Tra i primi docenti, Nicolò Dallaporta nel campo dell'astrofisica; Antonio Ambrosetti e Arrigo Cellina, nel campo dell'analisi matematica; Erio Tosatti, nel campo della fisica dello stato solido e Nino Borsellino nel campo della biofisica. Qualche anno dopo, il corpo docente si è allargato e si è potenziato il campo della cosmologia con l'arrivo di Dennis Sciama, celebre scienziato da Oxford, il campo della fisica delle particelle elementari con Roberto Iengo, la geometria e la fisica matematica con Boris Dubrovin e diversi altri. L'arrivo di questi studiosi, insieme alla comunità di studenti di PhD e di post-doc proveniente da ogni parte del mondo che si stava formando intorno a loro, fece sì che la SISSA sia diventata ben presto un punto di riferimento internazionale.

La prima sede della SISSA è stata il Bellavista, un ex-albergo a tre piani sulla collina di Miramare, proprio di fronte alla storica stazione ferroviaria voluta da Massimiliano d'Austria, con una vista frontale a mare aperto. Al piano terra vi erano alcuni uffici dell'amministrazione, il centralino e una minuscola biblioteca, al primo piano il gruppo di particelle elementari, al secondo quello di materia condensata e al terzo il gruppo di astrofisica. I matematici, insieme ad altri uffici amministrativi, erano invece in un altro edificio situato a due passi dal mare, al Bivio di Miramare. Alcuni professori e studenti inoltre erano ospitati nel vicino ICTP, con cui condividevano le aule e le lezioni di scienziati internazionali arrivati per conferenze, seminari o collaborazioni.

La prima sede della Sissa, a Miramare.

Tempo di traslochi

Non ci è voluto molto tempo perché la sede cominciasse a rivelarsi piccola e inadeguata a ospitare tutti i nuovi scienziati entrati a far parte del corpo docente, gli studenti e i post-doc che, sempre più numerosi, venivano a studiare e a lavorare alla SISSA. Il 26 febbraio 1985, quindi, viene posta la prima pietra di un edificio ai piedi della collina di Miramare, in via Beirut 2; qualche anno più tardi, il nuovo edificio diventa la sede ufficiale della Scuola e lo resterà fino al 2010, anno del trasferimento presso l'ex sanatorio di Trieste, in cima alla collina di Opicina.

Un altro cambiamento significativo si ha con l'arrivo del nuovo direttore: nel 1986 a Paolo Budinich succede Daniele Amati, fisico delle particelle elementari, proveniente dal CERN di Ginevra, punto nevralgico della fisica mondiale. Sotto la direzione di Amati, la SISSA conosce negli anni Novanta un periodo di enorme espansione, sia potenziando le attività già presenti, sia aprendone di altre radicalmente nuove. È il caso delle neuroscienze, la cui nascita è stata resa possibile grazie a incontri iniziali sulle funzionalità cognitive umane e animali chiamati "Trieste Encounters on Cognitive Science", con scienziati di fama internazionale come Tim Shallice e Jacques Mehler. Alcuni di loro si sono fermati alla SISSA più del previsto e queste permanenze hanno reso possibile l’apertura dei primi laboratori e l’avvio delle prime iniziative sperimentali sui circuiti neurali. Le nuove attività hanno richiesto da subito attrezzature dediccate, personale specializzato e un monitoraggio costante del lavoro. 

Negli anni Ottanta e Novanta la teoria delle stringhe si è imposta quale teoria ideale per perseguire l'unificazione di tutte le forze fondamentali in natura, e la SISSA è stata in prima linea su questo fronte scientifico, grazie anche a una forte collaborazione interna tra il gruppo di fisica delle particelle elementari e quello di matematica e geometria. In quegli stessi anni i due studiosi Roberto Car e Michele Parrinello, lavorando insieme alla SISSA allo studio di algoritmi di dinamica molecolare, hanno aperto molti orizzonti nel campo della fisica computazionale.

Nell’ambito della matematica, ha ottenuto sempre più visibilità internazionale e rilevanza scientifica il gruppo di giovani formatosi intorno ad Antonio Ambrosetti, Gianni Dal Maso e Boris Dubrovin.

L'attuale sede della Sissa, in via Bonomea, Trieste.

Nasce il master di comunicazione della scienza

Nel 1986 è stato fondato il Laboratorio interdisciplinare per le scienze naturali e umanistiche (ILAS) con lo scopo di tenere viva la connessione tra le scienze, valorizzare lo scambio di saperi e guardare a nuove prospettive nella comunicazione della scienza. In quest’ordine d’idee, nel 1993 ha preso avvio il Master in comunicazione della scienza, nato dall’incontro di Budinich con Franco Prattico, giornalista e scrittore de La Repubblica. Entrambi sostenevano l’importanza dell’unione tra scienza e cultura e ritenevano la comunicazione scientifica uno tra i fattori alla base di una società democratica. Gli stessi capisaldi sono stati fatti propri anche dal fisico Stefano Fantoni, all’epoca direttore di ILAS. Oltre al già citato Prattico, servendosi dell’aiuto di autorevoli giornalisti e comunicatori scientifici come Pietro Greco, Daniela Minerva e Fabio Pagan, Fantoni è riuscito a mettere rapidamente in piedi una scuola di giornalismo con due caratteristiche fondamentali: la gestione della stessa da parte di esperti comunicatori scientifici e l’impostazione volutamente interdisciplinare. Il Master ha avuto immediato successo e riscontro nel mondo lavorativo, avviando giovani studiosi a brillanti carriere nel giornalismo e nella comunicazione scientifica. Nel 2018 il Master celebrerà i suoi 25 anni di attività, vantando livelli occupazionali da record e una formazione che continua a rimanere d’avanguardia.

Nuove riviste e nuovi direttori

Un’ulteriore innovazione è stata avviata nell’ambito delle riviste scientifiche, a cominciare dalla fisica delle particelle. L’eccessivo dispendio economico richiesto ai lettori, ai giovani ricercatori e alle istituzioni scientifiche da parte degli editori privati ha portato la SISSA a progettare la creazione di una piattaforma online, sulla quale una commissione internazionale avrebbe valutato le proposte di future pubblicazioni nel settore delle particelle elementari. Moltissimi fisici da tutto il mondo hanno risposto all’iniziativa, l’originalità della quale risiedeva in uno scambio vero e proprio tra scienziati: “dai fisici per i fisici”. Nel 1997 è nato il Journal of High Energy Physics, che in pochissimo tempo è diventato la rivista più influente in questo campo, tanto da essere ben presto seguito da una serie di altre riviste specializzate, tutte pubblicate interamente via web. Nel 2000 a Daniele Amati è subentrato come direttore Edoardo Boncinelli e dopo di lui,  Stefano Fantoni, Guido Martinelli, fino all’attuale direttore, Stefano Ruffo, arrivato nel novembre 2015.

Una "bottega d'arte"

Negli anni il numero di scienziati, studenti, post-doc, personale tecnico e amministrativo si è più che quadruplicato, così come si sono moltiplicate le attività scientifiche e avviati nuovi gruppi di ricerca: nell'area della fisica, i gruppi di fisica statistica, fisica astroparticellare, e fisica e chimica dei sistemi biologici hanno affiancato i gruppi storici di particelle elementari, di materia condensata e astrofisica. In area matematica, ai gruppi iniziali di analisi funzionale, fisica matematica e geometria, si è affiancato un nuovo gruppo di matematica applicata, mentre in area neuroscienze è nato un gruppo che studia la genomica, le nanotecnologie applicate alle neuroscienze, la lettura, il linguaggio e il modo in cui il cervello governa queste funzioni.

La SISSA è un crocevia di studenti e ricercatori.

Al traguardo dei suoi primi quarant'anni, la SISSA è impegnata anche in ricerche che spaziano dalla geneticaale alle neuroscienze, dai nuovi dati cosmologici alla natura della materia oscura, dall'entanglement quantistico alla fisica del fuori equilibrio, dalla geometria algebrica ai sistemi dinamici così come a problemi di ottimizzazione.

Nonostante i vari mutamenti succedutisi in questi quarant'anni, una cosa è rimasta immutata: il modo di fare ricerca. "La SISSA è una bottega d'arte, dove il mestiere s'impara facendolo, giorno dopo giorno. Qui non ci sono tante lezioni, gli studenti sono parte integrante dei gruppi di ricerca e si lavora insieme: i più anziani portano la loro esperienza, i giovani ci mettono l'energia e la grinta", diceva Daniele Amati nel 2003, nel 25esimo anniversario della Scuola. Così pensiamo sarà anche in futuro: è questo soprattutto a rendere la SISSA un luogo unico.

 

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