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Buon compleanno, onde gravitazionali

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Sono passati 10 anni dalla rilevazione della prima onda gravitazionale. Grazie al lavoro di centinaia di scienziati e scienziate nelle collaborazioni LIGO e VIRGO e il continuo miglioramento tecnologico, di onde ora ne captiamo continuamente. Ne parliamo con Marco Drago, professore di fisica alla Sapienza di Roma e membro della collaborazione VIRGO, che ci spiega cos’è un’onda gravitazionale, quali fenomeni nell’universo si “vedono” grazie alle onde e perché, quanto impattano i tagli di Trump alla ricerca anche su questa branca della fisica.

Di seguito due immagini relative all’interferometro VIRGO (dall’esterno e dall’interno).

interferometro virgo visto dall'alto

Foto aerea dell’interferometro Virgo © Enrico Sacchetti

virgo visto all'interno del tunnel

Uno dei tunnel del rivelatore Virgo, nel tubo di sinistra scorre il laser, quello di destra è parte della cavità di “squeezing” che ripulisce la luce dal rumore quantistico © Enrico Sacchetti

Ecco anche un video schematico realizzato da EGO che illustra il funzionamento di un interferometro come spiegato nel podcast: la luce laser viene riflessa lungo dei tubi molto lunghi che, se percorsi da onde gravitazionali, si deformano e danno luogo a una variazione nella luminosità della luce nel rilevatore. Per altro uno degli ideatori della tecnologia dell’interferometria, Rai Weiss, è venuto a mancare proprio poco fa.

 
Interviste, sigla e montaggio: Jacopo Mengarelli

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centrale geotermica di Nesjavellir in Islanda

L'estrazione geotermica dal sottosuolo richiede—a volte—una stimolazione, che consiste nell'iniettare dei fluidi nella crosta terrestre per renderla più permeabile. Questa procedura può causare terremoti a volte rilevanti. Un gruppo di ricercatori ha messo a punto un algoritmo di machine learning che prevede l'aumento di permeabilità ottenuto a partire dalla magnitudo dei terremoti indotti. Lo ha fatto sfruttando i dati raccolti da due esperimenti negli Stati Uniti e ne sta testando la validità anche in altri siti. L'algoritmo potrebbe diventare uno strumento per la selezione dei siti più adatti per sistemi geotermali migliorati e per la loro ottimizzazione. Inoltre, poter prevedere la sismicità indotta potrebbe aumentare l'accettabilità sociale di questi stabilimenti.

Nell'immagine di copertina: la centrale geotermica di Nesjavellir in Islanda. Credit: Scott Ableman (CC BY-NC-ND 2.0).

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