fbpx Alessandro Amato: una lezione sui terremoti, da Lisbona ad Amatrice | Scienza in rete

Alessandro Amato: una lezione sui terremoti, da Lisbona ad Amatrice

Primary tabs

Tempo di lettura: 1 min

Al Festival della scienza Alessandro Amato, geologo e dirigente di ricerca presso l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), ha tenuto una conferenza sui terremoti partendo dal sisma in centro Italia di questi giorni. Nell'intervista l'esperto spiega perché i sismi non sono prevediibili, e perché si è parlato nei giorni scorsi di magnitudo diverse (6.1 scala Richter, 6.5 magnitudo del momento sismico).

Dopo ogni terremoto c’è qualcuno che lo aveva previsto: i Maya, la zia Santuzza, il cane del vicino. In questa lezione (vedi sotto) Alessandro Amato ci porta in viaggio attraverso le narrazioni dei terremoti e dei tentativi di prevederli, costellate di pochissimi acuti e tantissimi fallimenti. Un'analisi delle narrazioni bizzarre formulate da personaggi pittoreschi ma anche delle teorie di scienziati e filosofi, da Aristotele a Kant, da Lucrezio a Rousseau. Un viaggio tra terremoti e previsioni, dalla Cina alla California, passando per L’Aquila e Amatrice. Amato è autore del libro "Sotto i nostri piedi. Storie di terremoti, scienziati e ciarlatani", (Codice Edizioni 2016).


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

La crisi climatica mette a rischio i siti naturali patrimonio dell’Unesco

iceberg

Il riscaldamento globale minaccia molti siti naturali patrimonio dell'umanità: secondo uno studio, la crisi climatica esporrà quasi tutti i siti Unesco a eventi estremi entro il 2100, con impatti particolarmente gravi nelle regioni tropicali. Tuttavia, scenari di basse emissioni potrebbero ancora preservare luoghi iconici come Ilulissat e la Grande barriera corallina.

A Ilulissat Icefjord nascono gli iceberg. In Groenlandia, 250 chilometri a nord del Circolo Polare Artico, enormi blocchi di ghiaccio si staccano dalla calotta e finiscono in mare. Non ci sono molti luoghi come questo. Dal 2004, il fiordo è riconosciuto sito naturale patrimonio dell'umanità dall'Unesco, agenzia delle Nazioni unite che si occupa, tra le altre cose, di tutela del paesaggio.