Carlo Rubbia e Elena Cattaneo sono stati nominati senatori a vita, insieme al direttore d'orchestra Claudio Abbado e all'architetto Renzo Piano. Il quirinale ha reso noto questa mattina i nomi dei quattro nuovi senatori a vita, scelti per i loro meriti e contributi in campo scientifico, artistico e sociale.
"Le nomine di quattro senatori a vita vogliono dare un segno di serena continuità istituzionale", ha spiegato in una nota il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, "Le mie scelte sono cadute su personalità rappresentative del mondo della cultura e della scienza. Pur consapevole del valore di non poche altre personalità, che pure hanno illustrato la patri per altissimi meriti, ritengo che tra quelle oggi nominate ve ne siano di talmente note per le loro attività e i risultati consguiti da considerarsi portatrici di curricola e di doti davvero eccezionali, come attesta il prestigio mondiale di cui sono circondate".
Carlo Rubbia ha ricevuto il Premio Nobel per la Fisica nel 1984, con Simon Van der Meer, per i suoi studi in fisica nucleare e la scoperta delle particelle W e Z da cui hanno origine le interazioni deboli. Conduce la sua attività di ricerca presso il CERN di Ginevra, che ha diretto dal 1989 al 1993, e presso i laboratori del Gran Sasso.
Elena Cattaneo è Professore ordinario di Farmacologia presso l'Università degli Studi di Milano, dove si è laureata e ha ottenuto il dottorato. Dopo aver lavorato per tre anni al MIT di Boston presso i laboratori di Ron McKay dedicati allo studio sulle cellule staminali cerebrali, rientrata in Italia è diventata Direttore del Centro di Ricerca sulle Cellule Staminali UniStem. Tra le altre onorificenza, Cattaneo ha ricevuto inoltre il premio "Le Scienze" per la Medicina e la Medaglia dalla Presidenza della Repubblica per gli studi sulla Corea di Huntington e sulle cellule staminali, e Nel 2005 riceve il premio "Marisa Bellisario" e il premio "Chiara D'Onofrio".
Cattaneo a Rubbia fra i nuovi senatori a vita
prossimo articolo
Alimentazione sostenibile: imparare dalla preistoria

Il progetto Onfoods in prehistory ha voluto comprendere e ricostruire l’eredità di una agricoltura sostenibile nata nella preistoria, migliaia di anni, fa e in grado oggi di rappresentare un modello di riferimento. E lo ha fatto con particolare attenzione alla condivisione di questi valori con un pubblico più ampio possibile, sottolineando quanto si può imparare dalla ricerca archeologica e dalle comunità dell’età del Bronzo in termini di alimentazione sostenibile. Ce ne parla il gruppo di ricerca che ha portato avanti il progetto.
Nell'immagine: attività di archeologia sperimentale dimostrativa con cottura di una zuppa di lenticchie e una di roveja, con ceramiche riprodotte sperimentalmente sulla base dei reperti ceramici del villaggio dell’età del Bronzo di Via Ordiere a Solarolo (RA).
Pluridecennali ricerche sul campo, condotte da Maurizio Cattani, docente di Preistoria e Protostoria dell’Università di Bologna, e dal suo team, hanno permesso di riconoscere nell’Età del Bronzo il momento in cui si è definito un profondo legame tra la conoscenza del territorio e la sostenibilità della gestione delle sue risorse. Questa caratteristica ha infatti consentito alle comunità dell’epoca di prosperare, dando vita a villaggi sempre più stabili e duraturi nel corso del tempo.