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Scienza, diritto e governance nell'era delle smart cities

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In tema di tecnologie e società, gli orientamenti prevalenti oggi oscillano tra una visione strettamente strumentale, che riduce le tecnologie a mero strumento nelle mani degli utilizzatori, e una visione sostanziale, che vede la tecnologia come portatrice di sua propria normatività, potenzialmente rischiosa per diritti e libertà individuali: il primo orientamento non coglie la complessità delle nuove tecnologie, mentre il secondo ne è sopraffatto. Un terzo orientamento vede società e persone nel doppio e più equilibrato ruolo di utilizzatori e, insieme, trasformatori di tecnologie. I temi 1) Chi produce innovazione tecnologica deve acquisire consapevolezza dei riflessi giuridici e di governance che la propria attività progettuale comporta. 2) I giuristi, accademici e non, sono chiamati a riflettere sul modo di “legalizzare” le innovazioni introdotte dalle tecnologie e sul modo in cui essi stessi possono innovarsi. Quale nuovi profili assumono diritti e libertà nel nuovo contesto tecnologico integrato? 3) I decisori impegnati nella governance degli enti territoriali devono sviluppare visioni di medio e lungo periodo e compiere scelte che coinvolgeranno i cittadini in un cambiamento profondo dei valori e delle pratiche di convivenza. E in questa direzione… 4) … l’intera progettazione delle Smart City non potrà trascurare queste tematiche, oggi sostanzialmente assenti. Per la natura stessa delle tecnologie in gioco, è necessario che le procedure di governance siano conseguenza di strategie non più limitate a ottiche locali, ma proiettate verso scenari mondiali. 5) Interi settori dell’innovazione tecnologica sono particolarmente coinvolti in queste problematiche. Si pensi, ad esempio, alla Domotica, che in un futuro prossimo consentirà addirittura di svolgere nei luoghi di residenza e di lavoro attività terapeutiche, oggi praticate solo in ambito ospedaliero, e molte altre. 6) Un altro ampio settore fortemente “chiamato” a sviluppare un proprio punto di vista e una propria attenzione di ricerca è quello di Internet of Things, che disegnerà uno scenario con importanti ricadute sull’efficienza, la sostenibilità ambientale, la riduzione dei costi, e che potrà rimodulare i comportamenti sociali. 7) L’intero comparto della robotica, infine, è altrettanto coinvolto. Si pensi al programma del governo giapponese, che destina 30 miliardi di dollari per la messa a punto di robot badanti (presumibilmente operativi nel 2030), o ai prototipi di automobili che si guidano da sole: tecnologie che preconizzano un nuovo orizzonte quanto mai prossimo, specie dopo gli esperimenti positivi di Google e di Toyota.
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Come cominciano i terremoti

faglia di terremoto

Analizzando i primi secondi delle onde P, le prime a essere registrate dai sismometri durante un terremoto, un gruppo di ricercatori ha mostrato che è possibile stimare la magnitudo del terremoto. Il loro risultato si aggiunge al lungo dibattito sulla natura deterministica dei fenomeni di rottura all’origine dei terremoti e dunque sulla loro prevedibilità e ha implicazioni per i sistemi di allerta sismica precoce.

Nell'immagine due geologi dell'USGS misurano una rottura di faglia causata dai terremoti di Ridgecrest in California nel 2019. Foto di Ben Brooks/USGS (CC0).

È possibile prevedere la magnitudo di un terremoto osservando le onde sismiche nei loro primissimi istanti? Gli scienziati dibattono da decenni intorno a questa domanda, che è centrale per la progettazione dei sistemi di allerta sismica precoce.

Uno studio pubblicato recentemente da un gruppo di sismologi dell'Università di Napoli Federico II mostra che è possibile, analizzando circa 7000 mila onde sismiche relative a 200 terremoti avvenuti in tutto il mondo con magnitudo tra 4 e 9.