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Intervista a Fritjof Capra

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Fisico e teorico dei sistemi nonché saggista di fama internazionale, Fritjof Capra divenne famoso nel 1975 grazie al suo bestseller “Il Tao della fisica” e si è occupato, nel corso della sua carriera, di sviluppo sostenibile, ecologia e teoria della complessità. È venuto al Festival della Scienza per parlare di Leonardo da Vinci, sul quale ha scritto diversi libri fra cui l’ultimo, “L’anima di Leonardo”, appena uscito in Italia.

Professor Capra, lei sostiene da tempo che la scienza dovrebbe aprirsi a un approccio olistico, approccio che rappresenta l’opposto di quello riduzionista. C’è una vera contrapposizione o si tratta di due prospettive che devono essere combinate, affinché si possa ottenere la conoscenza cui la scienza aspira?

Devono essere combinate. Oggi sappiamo che tutti i fenomeni naturali sono interconnessi; non c’è separazione, il mondo non è una macchina composta da parti separate. C’è un cambiamento metaforico fondamentale dalla visione del mondo come una macchina alla sua comprensione come una rete. Per studiare una rete bisogna dunque passare da una prospettiva di oggetti a una di relazioni, dalla quantità alla qualità, dalla misura alla mappatura. Questo non significa che le quantità non siano più importanti, anzi. È necessaria un’integrazione, ed è per questo che uso il termine “sistemico”, anziché olistico.

Lei ha parlato di Leonardo come di uno scienziato che possedeva una mentalità di questo tipo, che pur essendo un esperto di macchine non era un meccanicista. Perché, secondo lei, la scienza sembra aver dimenticato questo suo approccio sistemico?

Penso sia pressoché impossibile sapere perché ciò sia successo, essendoci tanti elementi che hanno influenzato questo percorso. Di certo è vero che nel Rinascimento italiano c’è stato un periodo relativamente breve, un centinaio di anni circa, durante il quale l’educazione di un’artista includeva diversi aspetti scientifici, dall’ingegneria alla chimica. Nel corso della storia ci sono stati altri momenti simili, penso al gruppo di poeti riunitosi intorno a Goethe nel romanticismo tedesco; Goethe era artista, scienziato, scrittore e non a caso la sua opera ha molti collegamenti con Leonardo.

Premio giovani ricercatrici e ricercatori


Il Gruppo 2003 per la ricerca scientifica indice la quarta edizione del "Premio giovani ricercatrici e ricercatori edizione 2025" per promuovere l'attività di ricerca e richiamare l'attenzione delle istituzioni e dell'opinione pubblica sulle nuove generazioni di scienziate e scienziati.



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Condannata la Francia per la morte da alghe verdi: ecco cosa è successo

Le alghe verdi nella baia di St Brieuc

Una tragedia sulle spiagge della Bretagna ha scoperchiato un caso di inquinamento ambientale e silenzi istituzionali durato decenni. L’8 settembre 2016 un uomo viene ritrovato morto su una spiaggia del comune di Hillion, e la sua morte è attribuita a cause naturali; ma, dopo una serie di indagini approfondite, si scopre che è legata alla presenza di alghe nella zona, al gas che hanno generato e soprattutto all’agricoltura e agli allevamenti intensivi. Questa vicenda ha portato la giustizia francese a riconoscere per la prima volta la responsabilità dello Stato.

In copertina: Le alghe verdi nella baia di St Brieuc, in Bretagna. Crediti immagine: Denis Brothier/Flickr. Licenza: CC BY-NC-SA 2.0

Jean-René Auffray era un cinquantenne che abitava lungo la costa bretone, appassionato di jogging e in ottima salute. L’8 settembre 2016 è uscito a correre come al solito, ma non ha  più fatto ritorno. Il suo corpo è stato ritrovato vicino alla foce del fiume Gouessant, nel comune di Hillion, e più precisamente nella baia di Saint-Brieuc, che si affaccia sul golfo di Saint-Malo: giaceva in mezzo al fango, circondato da tonnellate di alghe verdi che tappezzavano la spiaggia e il mare fin dall’inizio della primavera.