fbpx L'uomo sorge da oriente | Scienza in rete

L'uomo sorge da oriente

Primary tabs

Read time: 1 min

L'antropoide più antico è asiatico. I continenti si contendono il primato di aver dato vita al primo antropoide, l'anello di congiunzione tra i primati più evoluti e la specie umana: fino a poco tempo fa si dava per scontato che il grande salto fosse avvenuto in Africa, dove era stato individuato, nella provincia di Fayum dell'attuale Egitto, il più antico gruppo universalmente riconosciuto, risalente a circa 37 milioni di anni fa. Solo un mese fa, però, il Vecchio continente per antonomasia, l'Europa, aveva rivendicato il primato, con uno scheletro fossile trovato in Germania, prontamente ribattezzato Ida. Ma ora Christopher Beard, del Carnegie Museum of Natural History di Pittsburgh, in Pennsylvania, riporta in auge l'ipotesi, avanzata tra le altre due,  che culla dell'umanità sia stato l'oriente: il ricercatore statunitense ha infatti trovato nel Myanmar, l'ex Birmania, una mandibola con un enorme canino, adatto per aprire il duro guscio della frutta tropicale del luogo, una caratteristica tipica di alcune scimmie amazzoniche. Anche senza un intero scheletro come quello di Ida, il ricercatore è convinto che l'anello mancante sia proprio il suo.

ScienceDaily 2 luglio 2009

Autori: 
Sezioni: 
Antropologia

prossimo articolo

Cosa sanno davvero le neuroscienze su sesso, genere e identità?

cervello con elementi grafici

Uno studio pubblicato su Behavioral Sciences mette in discussione l’idea di un cervello rigidamente “maschile” o “femminile”, proponendo una lettura basata sulla complessità delle reti neurali: le differenze legate al sesso biologico, spiega l'autore, esistono ma si sovrappongono ampiamente, mentre il genere lascia tracce più diffuse, legate a emozioni e cognizione sociale. L’identità emerge così come il risultato dinamico di biologia, esperienza e contesto culturale.

Un anno fa, su queste pagine, si raccontava di uno studio che aveva fatto molto discutere: in quasi cinquemila preadolescenti, sesso biologico e genere sembravano lasciare “impronte” in reti neurali in parte diverse, suggerendo che ciò che chiamiamo sesso e ciò che chiamiamo genere non coincidono neppure nel cervello.