fbpx Minds of Modern Mathematics | Scienza in rete

Minds of Modern Mathematics

Read time: 1 min

[video:http://vimeo.com/39774549]

Minds of Modern Mathematics è l'app creata dalla IBM per raccontare come matematici e matematica abbiano plasmato il mondo in cui viviamo. Un viaggio interattivo attraverso i secoli (quasi 1.000 anni) per scoprire come la matematica abbia condizionato musica, scienza, arte, architettura e cultura.

Minds of Modern Mathematics è una ricostruzione digitale di una installazione creata nel 1961 per la mostra Mathematica: A World of Numbers... and Beyond sponsorizzata da IBM e progettata da Charles e Ray Eames.
La mostra era stata esposta al Los Angeles Museum of Science and Industry nel Exposition Park (ora California Science Center).

Pollini_01

L'app fornisce numerose informazioni storiche, ritratti e biografie dettagliate dei matematici vissuti tra l'anno mille e il 1960.
Contiene tra le altre cose 495 immagini ad alta risoluzione degli oggetti esposti alla mostra Mathematica: A World of Numbers... and Beyond e 9 video originali ed educativi sulla matematica prodotti da Charles e Ray Eames.

[video:http://www.youtube.com/watch?v=txHp-Z3bG3Q]

Anteprime dell'app:

IBM 3 IBM 1IBM 2

IBM 4


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Identità rubate e referee fantasma: come le paper mills aggirano le riviste

Una macchina da stampa

Sempre più, nel mondo delle pubblicazioni scientifiche emergono reti organizzate che creano identità fasulle per far accettare articoli costruiti ad hoc. Furti di e-mail, profili inesistenti e revisori compiacenti permettono alle paper mills di vendere firme e pubblicazioni a ricercatori sotto pressione. E le riviste cercano di correre ai ripari con nuovi sistemi di identificazione

Se la prossima volta che inviate un articolo a una rivista scientifica vi sentirete chiedere un documento d’identità, non abbiatene a male. Le case editrici si interrogano su quale sia il miglior metodo per verificare di avere a che fare con un ricercatore o una ricercatrice reale. Nel mondo editoriale, dove tutte le interazioni avvengono per e-mail, c’è sempre maggior preoccupazione per i furti d’identità.