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Anche i dinosauri facevano la cacca!

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Un libro piacevole fatto di grosse pagine colorate in cui il lettore attraverso disegni fumetti e brevi spiegazioni viene introdotto nel mondo della paleontologia. Come preannuncia il titolo oggetto di studio del libro sono i coproliti, ossia escrementi pietrificati (dal greco sterco si dice kopros mentre lithos vuol dire pietra).

E’ William Buckland, scienziato inglese, che racconta di aver trovato nel 1820 all’interno di una grotta insieme a numerose ossa di animali anche dei piccoli cilindri biancastri contenenti molti resti di ossa. Fossili mai identificati prima che stimolano William alla loro identificazione: ipotesi, verifica attraverso prove sperimentali e conclusione, queste le fasi che caratterizzano il lavoro dello scienziato e che vengono spiegate al piccolo lettore. L’analisi dei coproliti sembra un po’ bizzarra in realtà ha consentito di ottenere eccezionali informazioni sul mondo passato, come le abitudini alimentari dei dinosauri e dell’uomo. Per esempio è stato possibile stabilire che Otzi, la mummia risalente a oltre 5000 anni fa, ritrovata nei ghiacci delle Alpi italiane ha mangiato in una foresta di conifere in primavera.

Al termine della lettura il bambino conoscerà tutto sui coproliti, come si generano, come si differenziano, come mai alcuni coproliti si sono conservati e altri no, i coproliti da record, la loro età, eccetera e se avrà superato gli esami proposti alla fine di ogni capitolo, sarà detective di coproliti di primo livello!

Il bambino entusiasta potrà continuare la sua avventura risolvendo l’ultima prova contenuta in una busta e costruendo i distintivi da detective.

Un libro raccomandato agli appassionati di dinosauri, agli amanti dei fossili, ai bambini e alle bambine con il pallino della scienza e in generale a tutti quelli che almeno una volta nella vita si sono chiesti: com'era fatta la pupù dei dinosauri?


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La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.