Sui 52 concorrenti iniziali, i tre progetti che vanno in finale nel concorso “Cosmic Vision” dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sono Euclid, Plato e Solar Orbiter dedicati rispettivamente allo studio dell’energia oscura, alla ricerca di pianeti extrasolari abitabili e all’osservazione ravvicinata del Sole. Sono le missioni scientifiche di classe media candidate a due nuovi lanci a partire dal 2017 e selezionate dallo Science Program Committee dell’ESA. Il trio in finale entra nella cosiddetta “fase di definizione”, l’ultimo passaggio prima della proclamazione definitiva dei vincitori. Tutte e tre le missioni prescelte, riguardanti aspetti fondamentali della ricerca astrofisica e spaziale, vedono il forte coinvolgimento dei ricercatori Inaf.
Il progetto Euclid si focalizza sul mistero dell’esistenza e della natura dell’energia e della materia oscura che costituirebbero il 97% dell’Universo, mentre la materia ordinaria sarebbe la porzione minima rimanente. L’Italia ha la responsabilità dell’intero canale spettroscopico, attraverso la PI-ship di Andrea Cimatti, docente del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Bologna e associato Inaf. Le strutture Inaf coinvolte nella missione Euclid sono: IASF-Bologna, IASF-Milano e gli Osservatori Astronomici di Bologna, Brera, Padova, Trieste e Roma.
La missione PLATO (PLAnetary Transit and Oscillation of stars) si propone di rispondere a uno degli interrogativi più antichi dell’uomo: se esistono altri pianeti abitabili, di dimensioni e caratteristiche e distanza dalla stella simili alla Terra. Il contributo italiano vede la partecipazione di ricercatori italiani sia nel PLATO Payload Consortium, che si occuperà della strumentazione di bordo, sia nel PLATO Science Consortium che avrà la responsabilità della valutazione delle prestazioni della missione e curerà la preparazione del programma scientifico. Il responsabile italiano è Giampaolo Piotto, del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova e associato Inaf.
In particolare, il disegno ottico-meccanico dei 30 telescopi di PLATO è affidato ad un team che opera sotto la responsabilità di Roberto Ragazzoni dell’Osservatorio di Padova e comprende gli Osservatori di Catania e Brera dell’Inaf, l’Università di Berna e di Firenze. L’Instrument Control Unit è stato studiato durante la fase appena completata sotto la responsabilità di Andrea Baruffolo dell’Osservatorio di Padova che ha guidato un gruppo che comprende anche l’IFSI-Roma e l’Università di Firenze. Per il proseguimento dello studio il gruppo passerà sotto la responsabilità di Rosario Cosentino della Fondazione Galileo Galilei (FGG) e comprenderà L’Osservatorio Astrofisico di Catania, IFSI-Roma e Università di Firenze. Isabella Pagano dell’Osservatorio Astrofisico di Catania è project manager del team Telescope Optical Units. Sono coinvolte in queste attività gli Osservatori INAF di Catania, Palermo, Capodimonte, Brera, Teramo e Padova.
Infine, la terza missione, Solar Orbiter, getterà uno sguardo ravvicinato sul Sole come mai finora è stato possibile. L’obiettivo della missione è comprendere meglio i fenomeni che caratterizzano la natura e i cicli della nostra stella e soprattutto per capirne meglio le fasi di iperattività che influenzano pesantemente anche la vita sulla Terra. Su questa missione l’Italia ha la responsabilità di uno degli strumenti scientifici, il coronografo METIS/COR, il cui Principal Investigator è Ester Antonucci, dell’Osservatorio Astronomico di Torino dell’INAF.
Tutte e tre le missioni richiedono un altro anno di approfondimento scientifico e tecnologico per poter consentire una scelta che minimizzi o escluda difficoltà tecnologiche e aumento di costi durante la fase di realizzazione. Al termine di questa ulteriore selezione l’ESA deciderà le due missioni vincitrici del programma Cosmic Vision.
[swf file="Vision_maccacaro.mp3" titles=Tommaso Maccacaro (INAF)] Tommaso Maccacaro, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica
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Intervista a Giampaolo Piotto, responsabile italiano per la missione PLATO
