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INAF fa per tre

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Sui 52 concorrenti iniziali, i tre progetti che vanno in finale nel concorso “Cosmic Vision” dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) sono Euclid, Plato e Solar Orbiter dedicati rispettivamente allo studio dell’energia oscura, alla ricerca di pianeti extrasolari abitabili e all’osservazione ravvicinata del Sole. Sono le missioni scientifiche di classe media candidate a due nuovi lanci a partire dal 2017 e selezionate dallo Science Program Committee dell’ESA. Il trio in finale entra nella cosiddetta “fase di definizione”, l’ultimo passaggio prima della proclamazione definitiva dei vincitori. Tutte e tre le missioni prescelte, riguardanti aspetti fondamentali della ricerca astrofisica e spaziale, vedono il forte coinvolgimento dei ricercatori INAF.

Il progetto Euclid si focalizza sul mistero dell’esistenza e della natura dell’energia e della materia oscura. Le strutture Inaf coinvolte nella missione Euclid sono: IASF-Bologna, IASF-Milano e gli Osservatori Astronomici di Bologna, Brera, Padova, Trieste e Roma.

La missione PLATO (PLAnetary Transit and Oscillation of stars) si propone di rispondere a uno degli interrogativi più antichi dell’uomo: se esistono altri pianeti abitabili, di dimensioni e caratteristiche e distanza dalla stella simili alla Terra. Il responsabile italiano è Giampaolo Piotto, del Dipartimento di Astronomia dell’Università di Padova e associato Inaf.

Infine, la terza missione, Solar Orbiter, getterà uno sguardo ravvicinato sul Sole come mai finora è stato possibile. Su questa missione l’Italia ha la responsabilità di uno degli strumenti scientifici, il coronografo METIS/COR, il cui Principal Investigator è Ester Antonucci, dell’Osservatorio Astronomico di Torino dell’INAF.

[swf file="Vision_maccacaro.mp3" titles=Tommaso Maccacaro (INAF)] Tommaso Maccacaro, presidente dell’Istituto Nazionale di Astrofisica

[swf file="Vision_piotto.mp3" title=" Giampaolo Piotto"] Intervista a Giampaolo Piotto, responsabile italiano per la missione PLATO

 

INAF: http://www.media.inaf.it/2010/02/22/inaf-cosmic-vision

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Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

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