Il telescopio spaziale Hubble non finisce mai di stupirci. L'ultima scoperta, annunciata qualche tempo fa su Nature, ha davvero dell'incredibile. Andando ben oltre le sue possibilità, Hubble è riuscito a rivelarci la presenza di un oggetto di neppure un chilometro di diametro distante quasi sette miliardi di chilometri.
Un team di astronomi ha pensato di rovistare tra gli archivi delle immagini raccolte dai tre FGS (Fine Guidance Sensor), gli strumenti ottici utilizzati da Hubble per inquadrare le stelle guida necessarie al puntamento. L'idea era quella di scoprire se in qualche immagine fosse stata registrata una diminuzione della luce stellare, una sorta di mini eclissi causata dal passaggio di un oggetto appartenente alla Fascia di Kuiper.
Esaminando i dati relativi a quattro anni e mezzo di lavoro di Hubble (per un totale di 50 mila stelle guida), Hilke Schlichting (California Institute of Technology di Pasadena) e i suoi collaboratori sono effettivamente riusciti a individuare una occultazione. Scartata ogni possibilità che si potesse trattare di un fenomeno casuale e fatti gli opportuni calcoli, gli astronomi sono risaliti alle dimensioni dell'oggetto responsabile. L'occultazione sarebbe da imputare a un oggetto di neppure un chilometro di diametro la cui individuazione diretta sarebbe di gran lunga al di fuori della portata di Hubble.
Al di là della rilevazione record (è il più piccolo oggetto della Fascia di Kuiper individuato finora), la scoperta di una sola occultazione suggerisce agli astronomi che gli oggetti più piccoli di quella remota regione sono meno numerosi del previsto, il che implica l'esistenza di un meccanismo di erosione collisionale piuttosto efficiente. Caricati dall'incredibile risultato, Schlichting e il suo team stanno ora progettando di fare lo stesso studio con tutti quanti i dati dell'archivio di Hubble: un archivio di quasi vent'anni. Buon lavoro.
Fonte: Hubble; Nature
L'ago nel pagliaio
prossimo articolo
Lo squinternato teorema di Rampini contro gli scienziati-sacerdoti

Cinque scienziati del Gruppo 2003 rispondono a un video del giornalista Federico Rampini, che nella sua rubrica sul sito del Corriere della sera ha commentato il ritiro di una pubblicazione scientifica sulle conseguenze economiche dei cambiamenti climatici dalla rivista Nature attribuendolo al comportamento di scienziati ideologizzati, che pubblicherebbero "dati falsi truccati" pur di rieducare l'umanità. Ma non è così: l'articolo non è stato ritirato dalla rivista, ma dagli autori stessi, che si sono accorti di alcuni errori nel loro studio e li hanno spiegati con chiarezza. Non è un caso di dati manipolati, ma al contrario di correttezza scientifica. Crediti immagine: Chris Gallagher/Unsplash
Da tempo il noto giornalista Federico Rampini cura una rubrica sul Corriere della sera online intitolata Oriente Occidente, dove pubblica brevi video in cui, inquadrato in primo piano, discute di vari argomenti di attualità. Il 10 dicembre scorso ha pubblicato nella rubrica un video intitolato “Cosa insegna lo scandalo della rivista Nature”. Le parole contenute nel video possono essere commentate in vari modi.