fbpx Braccio bionico telecomandato | Scienza in rete

Braccio bionico telecomandato

Primary tabs

Read time: 1 min

E’ comandata dal pensiero e si chiama LifeHand la protesi presentata a Roma qualche giorno fa nel corso di una conferenza stampa. La mano bionica provata per un mese su Pierpaolo Petruzziello, ventisettenne italo-brasiliano, amputato in seguito a un incidente automobilistico, è infatti collegata a distanza alle terminazioni nervose del moncone rimasto. Nel corso dell’esperimento il giovane, grazie a quattro elettrodi impiantati nei nervi mediano e ulnare, riusciva non solo a muovere, ma anche ad avvertire le sensazioni relative a stimolazioni suscitate nella protesi, per esempio con aghi, sebbene questa fosse staccata da lui. I ricercatori della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e dell’Università Campus Biomedico di Roma coordinati da Paolo Maria Rossini hanno ottenuto questo risultato anche grazie a un finanziamento di due milioni di euro dell’Unione Europea, che sosterrà anche la fase successiva del progetto: garantire che l’impianto degli elettrodi possa essere mantenuto più a lungo, la protesi si possa collegare e scollegare dal moncone e il dispositivo che trasmette i segnali sia reso un po’ meno ingombrante.  

Adnkronos Salute 2 dicembre 2009

Autori: 
Sezioni: 
Robotica

prossimo articolo

La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.