fbpx Kid smart per l'Abruzzo | Scienza in rete

Kid smart per l'Abruzzo

Read time: 1 min

Il terremoto porta con sé molti problemi. Fra questi, la distruzione delle scuole e dei suoi equipaggiamenti. Per dare una mano alla popolazione abruzzese, la Fondazione IBM Italia ha lanciato il progetto Kidsamrt. In base a un accordo siglato dall'Ufficio Scolastico Regionale per l'Abruzzo e dalla Fondazione IBM Italia, verranno infatti donate 131postazioni multimediali  alle scuole abruzzesi, a 131 sezioni di scuola dell'infanzia situate nei 49 comuni che rientrano nel cratere di sisma. Il progetto prevede inoltre un intervento di formazione rivolto ad un gruppo di  insegnanti (un rappresentante per plesso), che faranno poi da tutor per gli altri insegnanti delle scuole interessate.
Il percorso formativo destinato ai docenti ha un duplice obiettivo. Il primo è quello di re-infrastrutturare da un punto di vista tecnologico le scuole dell'infanzia attraverso un supporto/accompagnamento all'integrazione del computer nella didattica;
il secondo, più rilevante, è quello di fornire strumenti e risorse per l'elaborazione degli episodi traumatici e per la gestione della situazione di crisi post-terremoto nel favorire la riduzione degli effetti dei traumi nei bambini che si verificano a seguito di eventi catastrofici.


Scienza in rete è un giornale senza pubblicità e aperto a tutti per garantire l’indipendenza dell’informazione e il diritto universale alla cittadinanza scientifica. Contribuisci a dar voce alla ricerca sostenendo Scienza in rete. In questo modo, potrai entrare a far parte della nostra comunità e condividere il nostro percorso. Clicca sul pulsante e scegli liberamente quanto donare! Anche una piccola somma è importante. Se vuoi fare una donazione ricorrente, ci consenti di programmare meglio il nostro lavoro e resti comunque libero di interromperla quando credi.


prossimo articolo

Identità rubate e referee fantasma: come le paper mills aggirano le riviste

Una macchina da stampa

Sempre più, nel mondo delle pubblicazioni scientifiche emergono reti organizzate che creano identità fasulle per far accettare articoli costruiti ad hoc. Furti di e-mail, profili inesistenti e revisori compiacenti permettono alle paper mills di vendere firme e pubblicazioni a ricercatori sotto pressione. E le riviste cercano di correre ai ripari con nuovi sistemi di identificazione

Se la prossima volta che inviate un articolo a una rivista scientifica vi sentirete chiedere un documento d’identità, non abbiatene a male. Le case editrici si interrogano su quale sia il miglior metodo per verificare di avere a che fare con un ricercatore o una ricercatrice reale. Nel mondo editoriale, dove tutte le interazioni avvengono per e-mail, c’è sempre maggior preoccupazione per i furti d’identità.