fbpx Prima mappa dei metili | Scienza in rete

Prima mappa dei metili

Primary tabs

Read time: 2 mins

Dopo la mappa del genoma umano, ecco la prima analisi dettagliata dell'epigenoma, cioè di quelle modificazioni esterne alla sequenza del DNA che regolano l'espressione dei geni. I ricercatori del Salk Institute for Biological Studies di La Jolla, in California, sono riusciti per la prima volta a mappare, nucleotide per nucleotide, tutte le basi metilate nel genoma umano, confrontando la loro disposizione in una cellula staminale embrionale, ancora totipotente, con quella di un fibroblasto fetale, già differenziato: l'aggiunta di un gruppo metile è infatti da tempo riconosciuta come uno dei principali meccanismi che regolano l'attività dei geni. «Tra i due tipi di cellule abbiamo osservato notevoli differenze » spiega Joseph Ecker, il direttore del Laboratorio di analisi genomica che ha coordinato il lavoro. «In particolare, quasi un quarto delle metilazioni sul genoma embrionale non riguarda il complesso guanina-citosina, come invece accade nelle cellule che hanno già preso la loro strada. E' probabile quindi che a livello embrionale la metilazione agisca con diversi meccanismi». Meccanismi di regolazione che è importante conoscere per la lotta a parecchie malattie, tanto che l'anno scorso i National Institutes of Health hanno contribuito a creare un programma quinquennale, il Roadmap Epigenomics Program, da 190 milioni di dollari e in Europa il Consorzio per l'epigenoma gode di un finanziamento di 12,5 milioni di euro da parte della Comunità europea.   

Nature advance online publication 14 October 2009 | doi:10.1038/nature08514

Autori: 
Sezioni: 
Epigenetica

prossimo articolo

La Valle dei dinosauri ritrovata nel Parco dello Stelvio

parete di roccia

Nel cuore delle Alpi, a 2500 metri di quota, si conserva la memoria di un mondo perduto. Pareti quasi verticali di Dolomia Principale, un tipo di roccia sedimentaria, custodiscono migliaia di impronte lasciate 210 milioni di anni fa da dinosauri erbivori che camminavano lungo le rive di un mare tropicale ormai scomparso. Una scoperta eccezionale, avvenuta nel Parco Nazionale dello Stelvio, che apre una finestra senza precedenti sul Triassico europeo e sulla vita sociale dei primi grandi dinosauri.

Prima della formazione delle Alpi, qui esisteva un paesaggio incredibilmente differente. Immaginate una distesa tropicale pianeggiante, lambita dalle acque di un oceano poco profondo e ormai scomparso che oggi chiamiamo Tetide, con un clima che non aveva nulla a che vedere con le vette gelide di oggi. Proprio in questo luogo tanto diverso dall’attualità, 210 milioni di anni fa, il fango soffice ha registrato il passaggio di svariati giganti: si trattava di prosauropodi, dinosauri erbivori dal collo lungo, che si muovevano in branchi lungo le rive di un'antica piattaforma carbonatica.